La Commissione voluta da Liliana Segre
“Odiatori devono sapere che democrazia
sa difendere propri valori e diritti”
È previsto nel pomeriggio il voto dell’aula del Senato sull’istituzione di una Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza. Una proposta di cui è prima firmataria la Testimone della Shoah e senatrice a vita Liliana Segre. “Gli odiatori, quasi tutti anonimi, devono sapere che la democrazia sa difendere secondo giustizia i propri valori e i diritti delle persone” ha sottolineato nelle scorse ore la senatrice, presentando la proposta.
L’intervento si è aperto con una puntualizzazione. Sono trascorsi esattamente vent’anni, ha infatti esordito Segre, da quando nella Carta europea dei diritti umani è comparsa l’espressione hate speech. Nel 2008, invece, l’Unione europea ha adottato la decisione quadro, citata nella mozione, secondo la quale gli Stati membri devono garantire che siano punibili “proprio i discorsi di incitamento all’odio, intenzionali e diretti contro un gruppo di persone o un singolo membro di esso, con riferimento alla razza, al colore, alla religione o all’etnia”. In quella stessa decisione si precisa che deve risultare punibile l’istigazione pubblica alla violenza e o all’odio, quale che ne sia la forma di diffusione (scritti, immagini o altro materiale). E anche se non si fa espressa menzione della Rete, ha proseguito, “è facile intuire come sia proprio quello il terreno di caccia dei soggetti più perversi”. I discorsi di incitamento all’odio su Internet costituiscono infatti “uno dei modi più diffusi per manifestare atteggiamenti razzisti e xenofobi”. Ed è quindi necessario, ha proseguito Segre, “che tutti i Paesi membri abbiano strumenti adeguati per contrastare simili fenomeni”. Tanto più è necessario, il suo pensiero, “perché proprio la rete costituisce un’infrastruttura immateriale la cui capacità di attraversamento dei confini è sconfinante e sconfinata”.
La commissione si candida in questo senso a svolgere una funzione essenziale. ”È un segnale – ha detto Segre – che come classe politica rivolgiamo al Paese. Di moralità, ma anche di attenzione democratica verso fenomeni che rischiano di degenerare. Istituire questa Commissione, però, è anche l’occasione per colmare una ‘lacuna’, e qui uso le virgolette con proprietà di causa, perché si tratta di dare un senso più compiuto alla già citata decisione europea”.
Se la legge sul negazionismo è stata indubbiamente una risposta necessaria alla voce hate crime prevista dalla decisione in questione, manca però ancora un aspetto – ha detto Segre – per completare il discorso: resta cioè da normare “la parte relativa proprio ai discorsi di odio”. La legge sul negazionismo come tale non sarebbe sufficiente. “Oggi abbiamo l’occasione per completare il quadro, secondo quanto richiamato peraltro dal documento del 27 gennaio 2014, la relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio, che chiedeva proprio l’attuazione della decisione quadro 2008/913/GAI del Consiglio e riguardava la lotta contro talune forme ed espressioni di razzismo e xenofobia da operarsi con il ricorso al diritto penale”.
“Siamo di fronte – il pensiero di Segre – a delitti che hanno natura specifica, difficili da definire e normare, a cominciare dalla difficoltà di identificare gli autori di contenuti illegali, ma anche di sopprimere tali contenuti. Di qui la necessità di fornire alle autorità competenti quanti più mezzi possibili di conoscenza, ma di offrire anche condivisione di esperienze e dati in cooperazione internazionale, così da giungere a conclusioni efficaci”.
Auspicio della senatrice è che “quest’assemblea voglia esprimere un voto favorevole quanto più ampio possibile e mettere la commissione in condizioni di piena operatività in tempi brevi”.
(30 ottobre 2019)