L’appello di Serge e Beate Klarsfeld:
“Lotta senza tregua ai demagoghi”
“Le nuove generazioni europee non possono neanche immaginare cosa fosse la guerra. Oggi abbiamo diritti inimmaginabili di cui godere e che vanno difesi. Per questo è necessario mobilitarsi contro i demagoghi e populisti che imperversano. Trovate anche voi la vostra strada”.
Serge e Beate Klarsfeld dell’argomento se ne intendono. La celebre coppia di cacciatori di nazisti, impegnata da oltre mezzo secolo a far luce sui crimini del recente passato e ad assicurarne alla giustizia i responsabili, parla davanti a una platea di studenti. L’occasione è la conferenza “Una vita di lotta contro la discriminazione” organizzata dall’Unar e dalla Fondazione Museo della Shoah di Roma con la partecipazione della ministra alle Pari opportunità e famiglia Elena Bonetti.
Per la coppia, l’opportunità per ripercorrere le tappe salienti del loro impegno di verità e civiltà. Lui, ebreo, figlio di un uomo assassinato ad Auschwitz, che si riconcilia con la Germania attraverso la storia dei giovani eroi della “Rosa bianca”, arrestati e decapitati dai nazisti. Lei, cristiana, che sente il peso della responsabilità storica tedesca. Un sodalizio artefice di iniziative che hanno fatto la storia. Beate che nel ’68 schiaffeggia il cancelliere della Germania occidentale Kurt Georg Kiesinger, che ha alle spalle un passato con la svastica. Serge che, in modo avventuroso, tenta di ottenere l’estradizione di Alois Brunner. Ma anche i processi intentati per effetto del loro incrollabile lavoro contro Klaus Barbie, René Bousquet, Jean Leguay, Maurice Papon e Paul Touvier. Risultati storici, ottenuti a rischio della vita. “Gli attentati con cui hanno cercato di eliminarci sono la dimostrazione dell’efficacia del nostro impegno” sottolinea Serge, ricevendo l’applauso della sala.
“Il recupero della memoria va condotto assieme alle nuove generazioni, per non dimenticare che le manifestazioni di odio sono ancora un problema aperto. Memoria, democrazia e consapevolezza devono essere la base” aveva esordito la ministra, nel consegnare una targa di riconoscimento ai Klarsfeld “per il loro impegno nel contrasto dell’antisemitismo e nell’affermazione dei diritti umani”.
Così invece Mario Venezia, presidente della Fondazione Museo della Shoah: “Sono con noi due figure straordinarie, che non si sono accontentate di testimoniare ma sono scese in campo in prima persona, tra molti rischi. Questa iniziativa è un modo per onorare il loro coraggio”.
Livia Ottolenghi, assessore UCEI ai giovani, si sofferma sulla “sinergia” totale che Serge e Beate emanano. Sinergia di affetti ma anche di impegno a presidio dei valori fondamentali “nel segno di un patto intergenerazionale” che, osserva Ottolenghi, è necessario rafforzare.
Ad esprimere apprezzamento per l’iniziativa, cui era tra gli altri presente il direttore dell’Unar Triantafillos Loukarelis ed è stata moderata dal regista Joseph Rochilitz, è stata anche la senatrice a vita Liliana Segre. “Nella caccia ai nazisti – si legge nel messaggio condiviso con gli organizzatori – i Klarsfeld hanno sempre mantenuto un profilo di umanità e di civiltà. Un esempio ammirevole soprattutto in tempi come i nostri dove ritornano odio e antisemitismo. Giustizia sempre, vendetta mai, questa è la lezione che Serge e Beate ci consegnano”.
(30 ottobre 2019)