Cori razzisti contro Balotelli Il Verona nega l’accaduto
Si torna a discutere di calcio e razzismo dopo quanto accaduto a Verona, dove la partita è stata sospesa per cori razzisti contro il giocatore del Brescia Mario Balotelli. “Le persone di questa curva che hanno fatto il verso della scimmia: devono vergognarsi. Vergognatevi davanti ai vostri figli, mogli, genitori, parenti e amici”, le parole del giocatore, riportate dal Corriere della Sera. “Ho incontrato Balotelli e mi sono scusato nell’eventualità che qualcuno gli possa aver detto qualcosa: nel caso siamo pronti a prendere provvedimenti. Ma noi non abbiamo percepito alcunché. I nostri tifosi sono ironici, non razzisti”, la difesa del presidente del Verona Maurizio Setti, che già in passato aveva preso le parti dei tifosi. “Stigmatizziamo quanto avvenuto e non meno gravi sono apparse le dichiarazioni di alti rappresentanti manageriali dell’Hellas nel tentativo di minimizzare o negare. Il Brescia esprime tutta la sua indignazione”, la risposta della società in cui milita Balotelli. Ora spetterà, spiegano Repubblica e Gazzetta dello Sport, alla procura federale decidere sull’accaduto. Mentre il ministro per le Politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora chiede che “si adottino nuove iniziative concrete” contro il razzismo nel calcio.
L’addio ad Alberto Sed. Repubblica e La Stampa dedicano due ampie pagine alla memoria di Alberto Sed, sopravvissuto ad Auschwitz scomparso all’età di 90 anni. “Se n’è andato sabato sera alla bella età di novant’anni, portandosi via l’energia con cui aveva deciso di testimoniare lo sterminio ai ragazzi delle scuole, di cui conservava gelosamente le lettere e le fotografie, settantaquattro anni dopo essere uscito vivo dal campo nazista”, scrive Marco Contini su Repubblica. Dopo anni di silenzio, sceglie la via della Testimonianza parlando “nelle scuole, con quel marcato accento romanesco – scrive La Stampa – con cui ammetteva che, pur essendo uno sfegatato tifoso giallorosso, aveva abbandonato lo stadio dopo la comparsa degli striscioni antisemiti”. “Gli antisemiti – sottolineava Sed – sono i primi a sapere quello che è successo, lo sanno meglio degli altri, per questo si affannano tanto”. A ricordare il coraggio di Sed, anche Paolo Conti sul Corriere Roma.
L’onda nera su Dresda. La risoluzione con cui il Consiglio cittadino di Dresda ha dichiarato nei giorni scorsi l'”emergenza nazista” continua a far discutere in Germania e non solo. La città, racconta in un reportage su Repubblica Tonia Mastrobuoni, “vive una recrudescenza dell’estremismo neonazista”. Qui “qualche giorno fa la polizia ha stanato una cellula terroristica bruna”, “le manifestazioni islamofobe di Pegida avvelenano tutti i lunedì”, e “l’Afd ha conquistato un elettore su quattro”.
In memoria di Stefano Gaj Tachè. Il Corriere Roma intervista Daniela Gaj Tachè, madre del piccolo Stefano, vittima dell’attentato terroristico palestinese al Tempio Maggiore di Roma del 9 ottobre 1982. “Vedo tanta gente, gli amici di sempre con cui siamo appena usciti dal Tempio e soprattutto vedo i miei due bambini vestiti a festa. Bellissimi, vestiti uguali come faccio spesso. – il ricordo di Daniela Gaj Tachè – Ad un tratto tutto finisce… Capisco e grido: “Non voglio morire!” Mi arriva qualcosa in testa, cado a terra. Penso a un sasso, ma subito mi rendo conto che si tratta di una bomba a mano miracolosamente inesplosa. Ho schegge in tutto il corpo… Non sono morta nel fisico, ma moralmente, psicologicamente sì… Gran parte del mio cuore ha cessato di battere quel giorno”.
L’Italia e il fascismo. Si intitola Fermare l’odio (Laterza) il nuovo libro di Luciano Canfora dedicato al problema del fascismo nell’Italia contemporanea. Ne parla sul Fatto Quotidiano, Furio Colombo spiegando: “la differenza fra fascista e delinquente sta in questo, che mentre il delinquente è malato e solitario – e questa solitudine è il suo dramma, il suo eroismo, la sua poesia – il fascista è un delinquente collettivo e sociale. Se isolato perde la sua qualità di fascista, la forza di delinquente svapora ed egli diventa apparentemente un uomo innocuo, un uomo qualunque. Ecco, questo è il tema del libro che è doveroso leggere e far leggere”.
In una nota inviata nelle scorse ore la giornalista Fiamma Nirenstein si è dissociata dal titolo che il quotidiano per cui lavora ha attribuito a una sua riflessione sulla Commissione contro l’odio recentemente approvata in Senato. “La Commissione Segre è inutile: ecco perché”, titolava ieri Il Giornale.
Nirenstein afferma che il testo è stato “tagliato e forzato oltre la misura” e auspica che il Giornale pubblichi una precisazione.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked