3 novembre ’43, Genova ricorda
“Odio è un problema di tutti”
Un’ampia partecipazione ha ieri segnato il tradizionale corteo, organizzato dalla Comunità ebraica di Genova, dalla Comunità di Sant’Egidio e dal Centro Culturale Primo Levi, per ricordare la deportazione degli ebrei genovesi sotto il nazifascismo.
Una mobilitazione significativa, tangibile. Un corteo che, sfilato dietro lo striscione “Non c’è futuro senza Memoria” dalla Galleria Mazzini fino alla sinagoga di via Bertora, ha scelto di lanciare un chiaro richiamo collettivo contro l’odio.
Importanti, anche in questa sede, i messaggi lanciati.
“In questi decenni, soprattutto dal mondo ebraico, si sono levate le parole di chi sentiva il bisogno di avvertire che le cose stavano cambiando. Molto spesso questi avvertimenti sono stati accolti quasi con fastidio” ha osservato con rammarico Ariel Dello Strologo, presidente della Comunità ebraica locale. “L’odio oggi è un problema di tutta Europa, specie dell’Est. E da un po’ è un problema anche nostro. Delle nostre città, periferie, delle persone che ci circondano. Oggi – ha poi aggiunto – questo allarme è un problema di tutti”. Esplicito anche il richiamo a chi ha responsabilità istituzionale: “Chiediamo in modo formale alla politica di qualunque colore di non cedere alla tentazione di rincorrere il consenso facilmente. Il prezzo che si rischia di pagare tutti insieme è altissimo”.
Così invece rav Giuseppe Momigliano, rabbino capo del capoluogo ligure: “Bisogna partire dalla memoria per comprendere il presente: il linguaggio d’odio è gravissimo perché sintomo del malessere di una società che non sa affrontare le radici dei problemi e quindi si rifugia in queste forme di violenza verbale che, purtroppo a volte, sfociano in violenza fisica. Sono fenomeni che non devono essere minimizzati ma comportano una presa di responsabilità da parte delle istituzioni, della scuola e anche delle famiglie”.
“Ricordo l’impegno della Curia di Genova e di molti che misero in salvo ebrei – ha detto Piero Dello Strologo, presidente del Centro Primo Levi, aprendo il corteo – ma ricordo che tante delazioni furono fatte da italiani, i treni erano guidati da italiani, durante la Repubblica sociale italiana, quella che qualcuno ricorda ancora e vuole onorare. Non lo possiamo permettere”. Lo stesso Dello Strologo, il 24 di questo mese, conferirà il premio annuale del centro alla senatrice a vita Liliana Segre. Un altro segno di Memoria viva, che educa al futuro.
(5 novembre 2019)