I matematici e le leggi del ’38
“Mantenere la Memoria è essenziale”

I matematici e le persecuzioni razziali antiebraiche. Stimolanti, su questo argomento, le molte riflessioni proposte in occasione di un convegno che si è svolto nella sede del Centro Bibliografico UCEI a cura della Società Italiana di Scienze Matematiche e Fisiche Mathesis. Apertosi con i saluti di Gisele Levy, che ha fatto gli onori di casa, il convegno è stato inaugurato con una riflessione di Atalia Del Bene, docente di Matematica e Fisica al liceo classico Pansini di Napoli, che si è detta fermamente convinta dell’importanza di incontri come questo anche alla luce dei recenti attacchi subiti dalla senatrice a vita Liliana Segre. “Mantenere e conservare la memoria storica – ha affermato – è essenziale”.
La parola è poi passata a Ferruccio Diozzi, presidente degli Amici di Città della Scienza, una delle associazioni organizzatrici dell’evento assieme a Mathesis. “C’è un punto ben preciso – ha sottolineato – in cui il regime fascista diventa esplicitamente razzista. Un tornante storico, in cui si fortifica: la campagna in Etiopia. Da lì si arriva al ’38, al famigerato documento in ‘difesa della razza’ che segna l’inizio delle discriminazioni contro gli ebrei”. Un punto di svolta su cui si sono concentrati i numerosi relatori intervenuti. Mauro Palma, dell’Enciclopedia Italiana, con una relazione su “Eugenio Calabi, l’italiano di Princeton”; Elisabetta Lorenzetti, presidente di Mathesis nazionale, che ha parlato di “Renato Caccioppoli: genio della matematica e ribelle, con un gallo al guinzaglio”; Francesco de Giovanni, professore ordinario di Algebra all’Università degli Studi di Napoli Federico II, che ha esplorato il tema “La matematica europea nella follia del ventennio”; Antonio Salmeri, direttore della Rivista Euclide. Giornale di matematica per i giovani, che si è soffermato su “Matematici ebrei centenari: Euclide dedica ad entrambi un intero numero”.
Numerose tra le menti dell’epoca, ha spiegato il professor de Giovanni nella sua relazione sulla Germania di allora, erano esponenti del mondo ebraico. “Le persecuzioni – la considerazione condivisa con la platea – hanno quindi arrecato un grave danno anche alla comunità scientifica. Molti di questi studiosi furono sterminati, altri emigrarono all’estero. Cito due esempi tra gli altri. Felix Hausdorff, quando capì cosa stava avvenendo, si suicidò assieme alla moglie. Reinhold Baer invece fu raggiunto dalla lettera di licenziamento a seguito dell’entrata in vigore dei provvedimenti razzisti mentre si trovava in Svizzera. Scelse di non fare ritorno nel suo paese”.
Storie e vicende da riportare in evidenza, in un confronto aperto con le nuove generazioni. “I giovani stanno dimenticando dove eravamo precipitati. È molto importante ricordarglielo”.

Lucilla Efrati

(7 novembre 2019)