Israele e i razzi da Gaza,
l’invito all’unità di Rivlin
Israele ha ucciso nella notte Baha Abu al-Ata, uno dei leader della Jihad islamica palestinese nella Striscia di Gaza. “La sua abitazione è stata attaccata in una operazione congiunta delle nostre forze armate e dei servizi segreti” si legge in un comunicato diffuso dall’esercito israeliano. Abu al-Ata “si accingeva a compiere nuovi attentati nell’immediato” ha detto il premier Benjamin Netanyahu. “La nostra reazione farà tremare l’entità sionista” l’annuncio dei terroristi di Gaza, che hanno confermato l’uccisione del loro capo. Diverse decine i razzi sparati nelle ore successive da Gaza verso Israele. L’allarme è esteso fino a Tel Aviv. Diverse le misure d’emergenza che il governo di Gerusalemme sta prendendo in queste ore (come la chiusura di scuole in molte aree del Paese). Il presidente Reuven Rivlin è intervenuto stamane, con un messaggio a tutti gli israeliani, esprimendo soddisfazione per l’eliminazione del terrorista e invitando alla massima unità.
Drammatici gli aggiornamenti che arrivano dall’Iraq sullo stato medico dei soldati italiani feriti domenica (l’attentato è stato rivendicato dall’Isis). “Dopo una notte di sonno indotto – racconta La Stampa – l’incursore della Marina che aveva perso buona parte del piede è stato riportato sotto i ferri e i chirurghi sono stati costretti ad amputargli il piede per difetto di vascolarizzazione. Gli altri sono stabili, anche il sottufficiale dell’Esercito a cui è stata amputata una gamba sopra il ginocchio e quello che aveva avuto emorragie interne. Sono tutti a Baghdad, in un ospedale militare americano”.
L’Iran ha cominciato ad arricchire uranio in un sito non dichiarato all’Onu, ennesima violazione all’accordo internazionale sul nucleare. Come spiega tra gli altri Avvenire, “è stata l’Agenzia internazionale per l’energia atomica dell’Onu a riferire, per la prima volta, di aver rinvenuto particelle di uranio in un impianto non noto ai suoi ispettori”. Nel suo rapporto trimestrale confidenziale distribuito ai Paesi membri sull’Iran e ottenuto dai media l’Aiea non indica dove si trovi il sito in questione, ma, viene specificato, “Israele e Stati Uniti sostengono che si trovi alla periferia di Teheran, in un luogo definito in passato dal premier israeliano Benjamin Netanyahu come un deposito atomico segreto”.
Migliaia di milanesi in strada, nonostante il maltempo. Una impressionante distesa di umanità e ombrelli, davanti al Memoriale della Shoah, per testimoniare solidarietà e vicinanza a Liliana Segre. Racconta Repubblica: “La senatrice a vita era a casa, ed è stata molto contenta e si è commossa quando i suoi tre figli, Luciano, Alberto e Federica le hanno riferito della grande folla radunata al Binario 21, da dove lei partì 14enne per Auschwitz. I figli sono rimasti fino alla fine in mezzo alla folla dei cittadini arrivati con gigli bianchi appuntati sul petto e un solo slogan: Milano non odia”.
Tra i fatti più significativi della giornata di ieri la visita alla Comunità ebraica di Roma della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, accolta in sinagoga dalla presidente Ruth Dureghello, dal rabbino capo rav Riccardo Di Segni e dalla presidente UCEI Noemi Di Segni. “Dai linguaggi violenti possono venire azioni violente” il messaggio condiviso dall’esponente di governo in questa circostanza. “La visita alla grande comunità ebraica della Capitale era in programma da settimane – scrive il Corriere – ma ‘il linguaggio d’odio inaccettabile’ che di recente ha preso di mira la senatrice a vita Liliana Segre, ‘di cui mi onoro di essere amica’, oltre all’episodio altrettanto grave della commissione contro l’antisemitismo ‘che non è stata votata da una parte del Parlamento’, hanno spinto ieri la titolare del Viminale a cogliere l’occasione solenne del suo discorso nel Tempio Maggiore per lanciare l’allarme”.
“Più della metà degli italiani giustifica il razzismo”. È inquietante il rapporto presentato ieri a Milano dall’istituto di ricerca Swg, di cui scrive oggi La Stampa. “Nel mirino degli haters – si legge – c’è di tutto: gli stranieri, i musulmani, i disabili, gli ebrei e gli omosessuali. Vengono presi di mira la senatrice a vita Liliana Segre, alla quale hanno dato la scorta dopo gli insulti sul web, e Mario Balotelli, il calciatore nato a Palermo da genitori ghanesi, la coppia gay aggredita in metropolitana e gli stranieri, meglio se di pelle scura, ancora meglio se arabi e nordafricani”.
Tra le iniziative contro odio e parole malate La Stampa segnala il progetto Parole O_Stili, con cui la redazione di Pagine Ebraiche ha avviato in estate una collaborazione. “Il sostegno delle istituzioni che ogni giorno lavorano per difendere gli interessi dei cittadini è imprescindibile per combattere la violenza verbale sulla rete. Qualsiasi confronto – afferma Rosy Russo, che ne è l’ideatrice – deve basarsi sulla forza delle idee e non sulla violenza degli insulti e l’inganno delle notizie false”.
Diverse le amministrazioni su tutto il territorio nazionale che si stanno mobilitando per assegnare la cittadinanza onoraria a Liliana Segre. Iniziative che però, in alcuni casi, come segnalano tra gli altri Corriere Fiorentino e Repubblica Bologna, stanno incontrando delle resistenze da parte di alcune forze politiche. Sul Foglio è invece pubblicato un editoriale in cui si esprimono forti perplessità sulla campagna lanciata da Huffington Post e Repubblica per portare la senatrice a vita al Quirinale: “Liliana Segre va rispettata per quello che è, una pietra d’inciampo vivente per la nostra memoria. Trasformarla in un simbolo a uso di lotta politica, no”.
Il portavoce del sindaco leghista di Ferrara Alan Fabbri, che venerdì scorso ha annunciato il conferimento della cittadinanza onoraria alla Segre, avrebbe un dobermann che si chiama Rommel e dell’animale si definirebbe “il fuhrer”. A sollevare il caso, segnala tra gli altri il Corriere, è stato il deputato Pd Luca Rizzo Nervo. “Ritiene compatibile – ha chiesto lo stesso a Fabbri – l’assegnazione della cittadinanza onoraria a una donna simbolo della Shoah e la scelta come suo portavoce di chi gioca a fare il fuhrer?”.
Gad Lerner, in un editoriale su Repubblica, parla della schedatura delle case popolari in cui vivono cittadini stranieri messa in atto da due esponenti di Fratelli d’Italia a Bologna. Scrive il giornalista al riguardo: “Qualcuno ha evocato il precedente storico dei cartelli affissi sulle vetrine degli esercizi commerciali degli ebrei nel 1938. Un’infamia che la cattiva coscienza degli smemorati pretende di annegare nell’indifferenza. Speriamo di poterlo considerare ancora un paragone esagerato, anche se la propagazione dell’odio razziale e sociale sta rompendo gli argini”.
Inni nazisti e lodi a Hitler. Andranno a processo gli ultrà del Verona (tra cui Luca Castellini, al centro delle cronache negli scorsi giorni) artefici nel 2017 di una festa promozione caratterizzata da un richiamo esplicito, in toni entusiastici, del nazifascismo. “Chi ha permesso questa festa, chi ha pagato tutto, ha un nome: Adolf Hitler” disse allora Castellini, suscitando un boato tra i tifosi. Il processo, riferisce il Corriere del Veneto, si terrà a metà marzo del prossimo anno.
Il parlamentare del pd Michele Anzaldi ha proposto che a Chef Rubio, messo alla porta da Discovery, sia assegnato un programma in Rai. “La Rai – ha detto Anzaldi – avrà il coraggio di proporgli un programma, magari che parli di ultimi e periferie e sappia interessare i giovani? Oppure ci sarà un pregiudizio politico per le sue idee?”. La cosa surreale, spiega il Foglio, “è che Chef Rubio è un odiatore professionista”. Ad essere ricordati “i ripetuti e violenti insulti antisionisti e antisemiti”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(12 novembre 2019)