Lo scontro sulla commissione

emanuele calòÈ stata istituita, come da proposta della Senatrice Liliana Segre, una Commissione parlamentare straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza.
La Commissione in parola – purtroppo – si è rivelata per certi versi simili alle c.d. profezie auto avverantesi, perché addirittura prima di esistere e, quindi, prima di muovere i primi passi, è stata investita da una valanga di odio e di fango senza precedenti.
Si è molto discusso circa i mezzi più idonei al contrasto dell’odio, in linea con una tradizione nazionale di repressione assoluta a parole e di sbracamento totale nei fatti. La Commissione, che ha compiti soprattutto di studio e di osservazione, è stata accolta come se fosse stata la nuova filiazione della Spectre; tuttavia, essendo la libertà d’espressione sempre sacra, nei limiti imposti dalla tutela dei diritti delle vittime, eventuali o già designate, dobbiamo rispetto a chi ne fosse contrario.
Per dire, la Commissione Jo Cox (dalla quale la nuova commissione dovrà distinguersi) era ben più stringente, anche se questo, di per sé, non è un discorso dirimente. Anche la raccolta di materiali e di informazioni, peraltro, potrebbe essere fatta da altre istituzioni, eventualmente già competenti in tale settore. Non è questo il punto, però, perché l’allarme sociale è dato dalle reazioni che ha scatenato la commissione (sorvoliamo sugli insulti a Liliana Segre perché sono un capitolo troppo doloroso e non gliela facciamo a descriverlo e, se lo facessimo, dovremmo usare nei confronti dei responsabili un linguaggio non adatto a questa sede) le quali reazioni scomposte, anche se si sono ammantate di un discorso critico, non hanno nemmeno esaminato i compiti della commissione, passando spesso, direttamente, a manifestazioni di odio e di diffamazione, sconfinando là dove si va sempre a parare, ossia, in discorsi cospirazionisti che non andrebbero fatti da chi avesse frequentato una buona scuola elementare.
Il problema è che questa Commissione è diventata terreno di scontro fra destra e sinistra e che i mass media hanno cercato talvolta di trascinare gli ebrei italiani in vere e proprie proxy wars, talvolta scegliendo quale bersaglio soltanto l’antisemitismo che promana dalla parte loro avversa anziché l’antisemitismo tout court. Senza un ripensamento, non si vede come si possa andare avanti.

Emanuele Calò, giurista