Dal razzismo nel calcio ai giusti,
appuntamento a Milano Bookcity

bookcityOltre 1500 eventi gratuiti dedicati al libro. A partire da stasera, torna Bookcity Milano, il grande festival diffuso dei libri, degli autori, dei lettori e dell’editoria. E come gli anni passati, ampio spazio in calendario ai temi legati al mondo ebraico. A partire dalla mostra che inaugura domani al Memoriale della Shoah “100 giusti del mondo”: 18 tavole originali firmate da Jean Blancheart per raccontare le storie di “giusti”, donne e uomini che, con integrità e coraggio, hanno messo a rischio la propria vita per difendere chi è stato vittima di discriminazioni. “Tutti i giusti che ho ritratto hanno agito spontaneamente e con grande coraggio, rischiando la propria vita”, spiega Blancheart parlando dei disegni esposti grazie alla collaborazione tra il Memoriale della Shoah e l’associazione Gariwo.
In tema di lotta alle discriminazioni, di grande attualità Un calcio al razzismo – venti storie tra passato e presente (Edizioni Giuntina), il libro firmato da Massimiliano Castellani e Adam Smulevich che sarà presentato il 15 novembre all’università degli Studi di Milano (ore 10.00). L’appuntamento sarà l’occasione per raccontare al pubblico di Bookcity il dossier di Pagine Ebraiche di novembre in distribuzione, dedicato al tema del razzismo nel calcio e alla necessità che l’Italia faccia seriamente i conti con questa minaccia. L’evento sarà dedicato al sociologo Mauro Valeri, paladino dell’antirazzismo nel calcio, scomparso nelle scorse ore. Determinante il contributo dei suoi studi.
Di Italia e di conti, questa volta con il passato, parla il libro di Silvia Lombroso, Si può stampare, riproposto nella collana Scale Matte (ed. Ilprato, 2019) curata dalla Fondazione CDEC e dalla Comunità ebraica di Venezia e presentato domenica al Memoriale della Shoah. “L’autrice non scrive per il grande pubblico, – racconta il direttore del Cdec Gadi Luzzatto Voghera, che discuterà del libro a Bookcity (17 novembre, ore 18.00) assieme allo storico delle idee David Bidussa e alla ricercatrice Stefania Roncolato – ma prima di tutto per se stessa. Accompagna con la penna i duri anni della persecuzione dei diritti, dal 1938 al 1943; gioisce per la tenue speranza di riacquisita libertà nel luglio del 1943; si inoltra nel terrore della vita clandestina degli anni dell’occupazione nazista, che ha inghiottito vite e cancellato tratti di umanità; ragiona infine sulle dinamiche per nulla scontate né pacifiche della fine delle persecuzioni e della nuova liberazione”.
Il tema della libertà ritorna sotto una prospettiva diversa nel libro di Daniela Dawan Qual è la via del vento (E/O), che racconta una storia famigliare sotto forma di romanzo: quella della persecuzione e della fuga degli ebrei dalla Libia nella seconda metà degli anni ’60. “Au revoir, amata Libia crudele” (17 novembre, ore 17.00), il titolo dell’appuntamento in cui Dawan, conversando con Ferruccio De Bortoli nella cornice della sinagoga centrale di Milano, parlerà della sua esperienza e del suo libro.
Sul fronte internazionale, non poteva mancare la voce israeliana: questa volta ospite di Book City è l’ironia irriverente di Etgar Keret, protagonista al Castello Sforzesco (ore 13.00). Stesso luogo per un’altra penna ebraica internazionale, André Aciman che presenta (ore 17.00) il suo Cercami (Guanda).