Raggiunto il cessate il fuoco,
ma da Gaza ancora razzi
Accordo per un cessate il fuoco, nella notte, tra Israele e Gaza. Ma nello Stato ebraico, anche in queste ore, nella parte meridionale del Paese, continuano a risuonare allarmi e sirene per il lancio di razzi dalla Striscia. Una situazione che resta quindi ad altissima tensione.
Nel raccontare di questa nuova crisi con Gaza i giornali italiani scelgono spesso di porre una particolare enfasi sugli effetti della reazione israeliana agli attacchi terroristici, che puntano a uccidere indiscriminatamente nella popolazione civile. “Israele moltiplica gli attacchi su Gaza” titola Repubblica. “Gaza, continuano i raid: uccisi 24 palestinesi” titola il Corriere. Questa invece La Stampa: “Gaza, il conflitto divampa: 26 palestinesi morti. Migliaia di civili israeliani si trovano nei rifugi”.
Il quotidiano torinese dedica anche uno spazio alla vita in condizioni di emergenza dei cittadini israeliani residenti nei kibbutz vicino al confine con la Striscia. Luoghi dove, viene spiegato, “15 secondi separano la vita e la morte”.
Delle scorse ore anche la notizia del ferimento di una turista italiana colpita alla spalla da un candelotto di gas lacrimogeno a Betlemme.
Gli occhi puntati su Venezia e sul dramma che sta vivendo (tra le realtà colpite, con danni all’antico e nuovo cimitero, anche la Comunità ebraica locale). “Venezia umiliata. Colpita e affondata un’altra volta dall’acqua alta record” titola il Gazzettino, lo storico giornale veneziano. L’emergenza, gli interventi istituzionali, la reazione dei cittadini sono la notizia del giorno su tutti i quotidiani. “Venezia indifesa sott’acqua” si legge sulla prima pagina del Corriere. “Sos” titola Repubblica, mostrando l’immagine della città allagata.
“Si può scegliere di non odiare”. Inizia con un episodio che vide protagonista Antonio Canova, per concludersi con un messaggio legato alla figura di Enzo Sereni, un intervento sul Corriere del rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni. “Nell’odio che si affaccia come un ingrediente minaccioso nel dibattito europeo e italiano – scrive il rav – il rapporto tra malessere sociale e carica di odio appare sproporzionato, come se l’odio fosse una componente strumentale e un collante aggiunto in assenza di idee da proporre. Tutto questo senza sminuirne la gravità”.
“Dato che poi quando si parla di odio non può mancare l’antisemitismo – prosegue il rav Di Segni – il coinvolgimento degli ebrei diventa inevitabile. È un dato innegabile l’affiorare, soprattutto nei social, di atteggiamenti violenti ed ostili antiebraici”.
“Oggi incomincia a rinascere qua e là l’abitudine di perseguitare gli ebrei. Fratelli e sorelle, questo non è umano né cristiano. Gli ebrei sono fratelli nostri e non vanno perseguitati”. Questa, nelle scorse ore, la presa di posizione contro l’antisemitismo di papa Bergoglio. Parole che sono così elaborate dal rabbino Abraham Skorka, grande amico di Bergoglio, sull’Osservatore Romano: “Questo commento, inaspettato e improvvisato, è di suprema importanza: rispecchia il suo profondo impegno nei confronti del popolo ebraico. Sono parole che suscitano in me grandi emozioni e un senso di gratitudine, ripensando anche alla lunga storia di incomprensioni tra la Chiesa e gli ebrei”.
Arriva anche sulle pagine dei quotidiani nazionali la protesta del mondo ebraico contro la nomina di Eleonora de Majo, nota odiatrice di Israele, ad assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli. Alla “durissima nota” degli ebrei napoletani, segnalata tra gli altri da Repubblica, l’esponente dell’amministrazione cittadina ha così risposto: “Essere radicalmente critici verso l’apartheid che lo Stato di Israele pratica nei confronti del popolo palestinese non ha nulla a che fare con l’antisemitismo”.
Repubblica, nel dare conto della proiezione per le scuole del docufilm AnneFrank. Vite parallele, si sofferma sulla partecipazione degli studenti della scuola ebraica romana. “Gli alunni della scuola ebraica – si legge – arrivano con la scorta, agenti in borghese, discreti, li scambieresti per professori. Segno tangibile di un’allerta che dura da decenni, ma non si può abbassare, mentre il vento dell’antisemitismo torna a soffiare forte e il gruppo dei testimoni della Shoah si sfolla ogni giorno di più”.
La Rai ha cancellato la partecipazione di Gabriele Rubini, conosciuto dal pubblico televisivo come Chef Rubio, ad un programma sul cyberbullismo. Sul Fatto Quotidiano, nell’occasione, sono segnalati i suoi interventi sui social network contro Israele (sfociati più volte in aperto antisemitismo): “Rubio, bandiera di sinistra, parla come CasaPound”.
Alcuni quotidiani segnalano il commento della presidente UCEI Noemi Di Segni, che ieri ha affermato: “La cancellazione non solo è opportuna, ma è purtroppo tardiva perché sono diversi anni che seguiamo Rubio e diversi anni che continua a dire delle cose allucinanti”.
Inaugurato ieri a Firenze, con la partecipazione tra gli altri del leader leghista Matteo Salvini, il consolato di Israele per Toscana, Emilia Romagna e Lombardia. A guidarlo Marco Carrai, che in una intervista con il Corriere Fiorentino dice: “Vogliamo incrementare le relazioni bilaterali tra Italia e Israele: Israele è un centro di ricerca a cielo aperto a sole tre ore di volo dal nostro. Per questo è importante stringere accordi, superando pregiudizi: a volte viene visto Israele come qualcosa di oscuro, segreto, con sospetto”.
Il Foglio invita all’acquisto dei prodotti israeliani realizzati negli insediamenti che, come stabilito dalla Corte di Giustizia UE, dovranno d’ora in poi recare apposita dicitura. “Israele – si legge – è diventato il primo e unico Stato i cui beni provenienti da territori contesi sono marchiati con una speciale dicitura. Ci sono duecento contese territoriali nel mondo, dalla Crimea invasa dalla Russia al Tibet sotto dominio cinese fino a Cipro”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(14 novembre 2019)