Ilana, mazal tov!
“Messianismo e logica del cambiamento. Una ricognizione”. È il titolo della tesi di dottorato discussa da Ilana Bahbout, Coordinatrice delle attività culturali del Dipartimento Educazione e Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche. “La tesi – spiega Ilana – suggerisce una lettura del messianismo come paradigma dell’azione innovativa e tenta di rintracciarne la logica che si può declinare in diversi ambiti e contesti (all’interno di un gruppo, nella letteratura, nello studio e nella scienza, nella politica ecc). Nonostante l’aspetto utopico del messianismo, l’intento della mia ricerca è quello di trovare invece delle ‘topie’, ovvero dei luoghi messianici, che ovviamente perdono quella visione escatologica e apocalittica (di quelle letture teologiche messianiche soprattutto cristiane), ma valorizzano l’agire dell’uomo nella storia e nella sua quotidianità”. “La mia lettura, di tipo più epistemologico e potremmo dire ‘funzionale’, – prosegue Ilana presentando il suo lavoro – valorizza un messianismo che piuttosto che essere un pensiero della fine, diventa un pensiero dell’inizio, che quindi apre alla possibilità di nuovi inizi intesi come orizzonti, pratiche e conoscenze nuove. Si tratta di un nuovo che sorge a partire dalle nuove istanze del presente e che svela aspetti inediti di un passato/ un già dato/ un già codificato. Un tratto particolare del messianismo è proprio il rapporto vivo e produttivo che si instaura con il passato (è l’opera del tikkùn). In questo rapporto si riesce a rendere giustizia a ciò che rimane indietro e silente e al tempo stesso si rivela la capacità dell’uomo di non subire un passato che è dato una volta per tutte; ma mette sempre l’uomo nella condizione di poter agire un giudizio sulle cose, grande capacità umana legata alla sua libertà. Potremmo dire che il messianismo ha molto a che fare la logica della scoperta piuttosto che con la logica della giustificazione”.
Dalla redazione UCEI e dal Consiglio dell’Unione un grande mazal tov a Ilana.