Gli avvocati ebrei e le Leggi razziste
A Torino, una targa per fare giustizia

“A 80 anni dalla legge 1054 del 29 giugno 1939 che vietò agli avvocati ebrei l’esercizio della professione, gli avvocati torinesi rendono omaggio alla memoria dei 54 colleghi del foro torinese esclusi dall’avvocatura e cancellati dall’albo perché ebrei”. Così recita la targa svelata nelle scorse ore al Palazzo di Giustizia di Torino in memoria dei 54 avvocati ebrei espulsi dall’ordine e allontanati dalla professione dopo l’introduzione delle infami leggi razziali. Un presa di responsabilità per una pagina buia del passato e un monito per il presente, hanno sottolineato dall’Ordine degli avvocati durante la cerimonia, accompagnata dalla mostra “54 esclusi” curata da Claudio Vercelli con il fotografo Alessandro Pession e da una tavola rotonda incentrata sul tema della persecuzione e aperta ad avvocati e giuristi. “Immaginiamo se ci riusciamo, anche solo per un attimo, quale effetto devastante dovettero avere quelle 54 lettere, contenenti la Delibera di esclusione dall’Albo, notificate a partire dall’estate del 1939 a 54 avvocati torinesi, – ha sottolineato nel suo intervento di apertura l’avvocato Giulio Disegni, vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e moderatore della tavola rotonda – colpevoli solo di essere ebrei, o cittadini italiani di religione ebraica, quale senso di sgomento profondo, di ansia, di smarrimento, di frustrazione dovettero abbattersi in quelle 54 case, in quelle 54 famiglie quando gli Ufficiali Giudiziari bussarono alle loro porte per comunicare loro l’esclusione, la radiazione, la cancellazione non solo dall’Albo professionale, ma dal consesso nel quale avevano sempre operato ed erano vissuti, nel quale si riconoscevano”.