“Una scelta nel segno della vita”
Signora sindaca, autorità, carissimi ragazzi e insegnanti, carissima Lea, vi porto il saluto di tutte le 21 Comunità ebraiche italiane.
Voi avete nei programmi di studio, articolati nell’orario settimanale, una materia che si chiama Storia.
Per voi sono libri da studiare in classe e sui quali essere interrogati (spero con successo!).
Ma per altri questi libri sono stati la loro vita – non solo vera ma vissuta. E la Storia di cui oggi faremo ricordo è quella vissuta appena pochi decenni fa. Cosa è rispetto alla storia dell’antica Roma? È appena un ieri.
Voi non avete nei vostri programmi di studio una materia che si chiama libertà perché per voi, per noi, non è parte di un programma che si studia ma deve essere parte di una vita che non va data mai mai per scontata. Poter scegliere dove e come vivere, essere parte di un sistema di diritti e doveri, sentirsi parte di una comunità, di una città, di una nazione è qualcosa che negli anni del fascismo e della guerra fu negata a molti. E dalle parole di odio, antisemite e razziste, dette o ignorate, si è passati poi alle armi, usate o ignorate. Alla fine la distruzione dei valori e di un mondo che sembrava pieno di cultura e di potenza dell’uomo ha riguardato tutti.
Pochi, ma per fortuna non pochissimi hanno resistito a questo percorso di decadenza e hanno deciso di dare alla storia che vivevano un significato diverso e hanno combattuto per la libertà in cui oggi tutti noi viviamo. Libertà che non va mai dimenticata. Combattere anche per gli altri, per noi ebrei significava, e significa ancora oggi, continuare ad essere parte di un popolo che è presente in Italia da oltre duemila anni e che ha sempre contribuito allo sviluppo del paese e partecipato alla unificazione e alla liberazione dello stesso.
Oggi – grazie all’iniziativa del Comune di Roma e della sindaca Raggi cui va il nostro riconoscimento, di coerenza di mente e cuore, assieme a molti altri cittadini, e assieme a voi ragazzi stiamo vivendo un momento storico e stiamo dando un significato a quello che è accaduto. Arturo Donaggio e Edoardo Zavattari hanno firmato un manifesto di odio, Enrica Calabresi, Mario Carrara e Nella Mortara hanno firmato un manifesto della vita. Quella dobbiamo celebrare – ed è fatta anche di sguardi, accoglienza e interesse nell’altro – e la vostra presenza oggi qui adesso è fondamentale.
Voi attraverserete sempre le strade della città e quando alzerete lo sguardo domani capirete che i nomi indicati hanno sempre una storia e un significato e non sono lì per caso.
Questa è la Capitale d’Italia. Ci sono però città, al contrario, che oggi confermano strade intitolate a Giorgio Almirante. Succede a Verona. In ogni caso la Memoria del bene e del male la si fa non solo per le strade, ma anche rivedendo il reato di apologia del fascismo. Pensiamo ai cortei nostalgici di Predappio.
A voi cari ragazzi tocca non solo studiare la storia, ma esserne parte, esserne artefici in positivo e un giorno, i vostri nipoti, si fermeranno davanti a un cartello e potranno anche loro capire cosa vogliono dire vita, dignità e libertà.
Noemi Di Segni, presidente UCEI
(21 novembre 2019)