Netanyahu incriminato

rassegnaIl premier israeliano Benjamin Netanyahu è stato incriminato per corruzione, frode e abuso di potere, il primo nella storia dello Stato ebraico. Un atto, quello promosso dal procuratore generale Mandelblit, che era atteso da tempo e che arriva in un momento di grande incertezza per il Paese, con la possibilità di un ulteriore ricorso alle urne a stretto giro.
“Il giorno difficile della politica israeliana” titola il Corriere. ”È la prima volta in 71 anni – si legge nell’articolo – che nessun leader politico è riuscito a mettere insieme un governo nei tempi previsti, dopo due elezioni consecutive. Adesso il Parlamento ha 21 giorni per indicare un candidato che deve essere in grado di raccogliere 61 voti necessari per la maggioranza. Queste tre settimane si intrecciano alle vicende giudiziarie di quello che è il primo ministro più longevo”.
“Adesso – spiega La Stampa – il premier ha 30 giorni di tempo per chiedere l’immunità alla Knesset. Dovrebbe essere discussa da uno speciale comitato, che però non è più stato nominato dopo le elezioni anticipate dello scorso 4 aprile, seguite da quelle del 17 settembre. Finché la richiesta di immunità non sarà discussa il procedimento penale non potrà cominciare”.
Scrive Repubblica: “Il regno di Bibi è finito. Ma il ‘re’ non vuole scendere da cavallo, non si dimette. Nella notte annuncia che continuerà a combattere, che scaglierà gli ultimi fedelissimi contro il ‘golpe dei giudici’. Le proverà tutte, terrà ancora in scacco Israele, magari anche per mesi”.

“Se me la propongono, sono dell’idea di dire sì. Sono stata in dubbio e certo il calendario degli anni non va indietro. Ma io credo in questa Commissione, dunque spero di reggere”. Liliana Segre, in una grande intervista con il Corriere, apre alla possibilità di guidare la Commissione contro l’odio da lei proposta e approvata in Senato. Il colloquio, pubblicato poche ore dopo la visita al Memoriale della Shoah milanese assieme al premier Giuseppe Conte, tocca molti temi. Dalle minacce ricevute sul web alla scorta assegnatale, dall’astensione del centrodestra nell’aula di Palazzo Madama alle cittadinanze onorarie che molte amministrazioni vorrebbero assegnarle (domenica, durante la cerimonia di conferimento del premio del Centro Primo Levi, riceverà quella di Genova). Commenta la senatrice a vita: “Sono esausta. Troppa esposizione, troppo odio, troppe polemiche, troppa popolarità, troppo tutto. Alla mia età mi trovo a condurre un’esistenza che non avrei mai immaginato”. Sottolinea inoltre Segre: “Facendo leva sul numero dei messaggi, ‘200 al giorno’, scaturito da un’inesattezza giornalistica, si è scatenata una campagna negazionista in cul non solo veniva contestato quel numero, ma l’esistenza stessa delle espressioni di odio. Scopo: far passare tutti per visionari o speculatori”. I messaggi non solo esistono, spiega Segre, “ma sono una valanga”.

“Via Elio Toaff. Una strada di luce”. L’Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede, racconta l’intitolazione di una strada di Roma in memoria del grande rabbino partendo dagli spunti proposti sul giornale dell’ebraismo italiano. Si legge sul quotidiano vaticano: “La celebrazione di un atto amministrativo dall’evidente valore simbolico, ma anche qualcosa di molto più solenne. Come ha spiegato Rav Giuseppe Momigliano su Pagine Ebraiche, la recente cerimonia di intitolazione di una strada in ricordo di Rav Elio Toaff, l’indimenticabile Maestro livornese che fu rabbino capo di Roma dal 1951 al 2001, ha costituito un vero e proprio momento di ‘kiddush hashem’, e cioè di santificazione del nome di Dio”. Istituzioni e comuni cittadini, e tra loro tanti giovani, hanno infatti onorato una vita di scelte scaturite in prima istanza dal rapporto con la dimensione religiosa. “Un aspetto determinante – viene spiegato – non solo nell’esercizio della funzione rabbinica, ma anche in tutti gli altri momenti di una vita che è stata lunga, intensa e costantemente a confronto con gli alti e bassi di un secolo”.

Sulle pagine romane dei quotidiani in evidenza la cerimonia che ha segnato la conclusione del processo partecipativo per una diversa intitolazione delle strade che portavano il nome degli scienziati Edoardo Zavattari e Arturo Donaggio, firmatari nel ’38 del Manifesto della Razza. Critico Il Messaggero, che parla di operazione “dal vago sapore di revisionismo toponomastico”. Per il Corriere invece “il Comune prosegue nell’azione di ripristino della legalità e in difesa della memoria”.

Sull’Osservatore Romano anche la cronaca di un convegno tenutosi al Fatebenefratelli, dedicato al ruolo salvifico che svolse nei mesi delle persecuzioni antiebraiche. Ad intervenire, tra gli altri, la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello e Claudio Procaccia. Nell’occasione Dureghello ha ricordato anche “l’intervento determinante del personale della struttura nell’assistere le vittime del tragico attentato del 1982 alla vicina sinagoga, in cui morì il piccolo Stefano Gaj Taché, di appena 2 anni”.

Dalle svastiche agli arsenali segreti: l’allarmante “svolta armata” dei neonazisti è raccontata da Repubblica in una inchiesta. La Digos, viene spiegato, è al lavoro per capire il canale di provenienza delle armi. Anche perché, si legge, “può essere utilizzato da persone pericolose per la sicurezza nazionale”.

Il Foglio dedica un articolo all’uso strumentale di espressioni legate alla Shoah per denunciare il dissesto ambientale. L’attacco è contro chi parla ad esempio di “Auschwitz climatica” o di “Olocausto ecologico”.

“Ma quale emergenza. Nell’Italia che vota Lega gli antisemiti calano”. È il titolo di Libero, che così introduce l’ultima ‘indagine dell’Anti-Defamation League diffusa nelle scorse ore. “Sorpresa: in Italia crolla l’antisemitismo” titola invece Il Giornale.

(22 novembre 2019)