Lotta alla violenza contro le donne,
l’impegno del mondo ebraico
Le immagini del corteo sfilato nelle scorse ore a Roma parlano da sole. C’è voglia di mobilitarsi, di dare un segno forte. Nessuno può restare indifferente.
La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne in programma domani rappresenta l’ennesima occasione da cogliere. A vent’anni dall’istituzione della Giornata da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, anche l’ebraismo italiano è mobilitato in questa sfida educativa, culturale, di giustizia. Nelle prossime settimane proseguirà infatti l’impegno formativo legato al progetto “Not in my Name. Ebrei, Cattolici e Musulmani in campo contro la violenza sulle donne”, promosso dall’UCEI insieme a Comunità Religiosa Islamica Italiana e Ateneo Pontificio Regina Apostolorum sotto l’egida del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il programma formativo predisposto da Domitilla Melloni e Raffaella Di Castro, che ha esordito con nella sede del Centro Bibliografico dell’Unione in occasione del primo seminario rivolto agli studenti romani, sarà infatti presto anche a Milano (2-5 dicembre) e Torino (20-23 dicembre). “Si tratta – osservava allora Di Castro – di un fenomeno con radici storiche di cui siamo consapevoli. Ciò non significa però che si tratti di un qualcosa di immutabile. È fondamentale che le religioni facciano i conti con questo problema”. Una impostazione, declinata attraverso diverse modalità didattiche e di apprendimento, che sarà riproposta anche nei due prossimi appuntamenti.
Intanto domani, a Roma, in occasione della Giornata indetta dall’Onu, il Karen Kayemeth LeIsrael farà piantare assieme a Donna Donna Onlus una Phoenix Dactylifera presso la Terrazza del Pincio. L’evento fa parte della campagna “Solo l’amore salva – stop anoressia, bulimia e ogni forma di violenza, discriminazione e dipendenza”.
(Nell’immagine un’attività didattica di “Not in my Name”)
(24 novembre 2019)