“Ecco come lavoriamo al Mossad”
Come lavora il servizio segreto più efficiente al mondo? Quali i suoi valori, la sua etica, le sue scelte strategiche di fondo?
Quella di Saar Kadmon sul Mossad è la testimonianza di una persona piuttosto ben informata. Vi ha infatti lavorato per 28 anni e oggi è attivo conferenziere, in Israele e non solo. Occasioni in cui, stando bene attento a non superare il confine che motivi di sicurezza evidentemente impongono, torna sulle motivazioni che l’hanno spinto verso questa carriera e su alcuni momenti salienti della sua lunga esperienza al servizio dello Stato ebraico e della sua sicurezza.
La Women’s Division del Keren Hayesod, il principale braccio operativo di raccolta fondi del movimento sionista e dell’Agenzia Ebraica, l’ha invitato in Italia per due appuntamenti patrocinati dall’UCEI, il primo dei quali si è svolto ieri sera a Roma. Nel corso della serata, che si è aperta con gli interventi della presidente della sezione romana della Women’s Division Roberta Calò, che ha ricordato la minaccia sempre attuale sia dell’antisemitismo che dell’odio verso Israele, e dell’ambasciatore israeliano Dror Eydar, che ha sottolineato il suo storico legame con il Keren Hayesod, Kadmon si è confrontato con il giornalista Francesco Castelnuovo. Molti i temi toccati nel corso della conversazione: dalla collaborazione tra servizi segreti di Paesi diversi allo specifico rapporto con l’Italia, dalla gestione del caso Pollard a un potenziale attentato sventato a Roma. “Saar – così è stato presentato al pubblico – racconta in modo obiettivo di questo mondo nascosto che agisce in modi diversi, un mondo parallelo a quello comune ma che è segreto, dove si vive ogni carattere e passione umana, che ha le sue leggi. Tutto è diverso e complesso, rischioso, ma tuttavia appassionante e affascinante e perfino difficile da abbandonare”.
L’ora di conversazione ha confermato queste parole.
(26 novembre 2019)