Democrazia compiuta
L’incriminazione nei confronti di Netanyahu dimostra certamente la qualità della democrazia israeliana, un posto dove i primi ministri vanno in galera, ma anche la sua crisi. La reazione dell’ex premier (ormai lo dobbiamo considerare tale) è stata, e non da oggi, un tentativo di delegittimazione degli altri organi dello Stato come in Israele non si era mai vista. L’effetto è stato devastante in quanto a polarizzazione della vita politica e lacerazione del tessuto sociale. Israele è uno Stato in cui le diverse componenti del corpo sociale faticano sempre più a riconoscersi. Come già disse Rivlin in un celebre discorso pubblico del 2015. Significa che hanno ragione gli antisionisti a dire che Israele non è mai stata una democrazia compiuta? Proprio per niente. Significa piuttosto che Israele, in quanto democrazia compiuta, attraversa la crisi che attraversano le altre democrazie del mondo: corruzione delle classi dirigenti , polarizzazione, svolta nazionalistica. Di questo declino Netanyahu è stato il vero il vero rappresentante. La palla ora al Likud, si vedrà se sarà capace di sopravvivere senza colui che ne è stato il dominus negli ultimi 20 anni.
Davide Assael