“Qui per valorizzare l’impegno di tutti”Firenze, la sfida del nuovo rabbino capo
“Sono qui da poco, devo ancora prendere le misure. Una cosa però la posso dire per certo. Questa è una Comunità fatta di tante anime e sensibilità e la sensazione è che tutti collaborino in modo positivo. Le potenzialità sono tante”.
Rav Gadi Piperno è dal Primo novembre scorso il nuovo rabbino capo di Firenze. Un incarico che eredita da rav Amedeo Spagnoletto, che l’ha esercitato per due anni. Ieri il passaggio di consegne, già avviato durante il periodo festivo di inizio anno, è stato festeggiato dalla Comunità ebraica fiorentina con un evento che ha avuto loro due per protagonisti.
Rav Piperno non se la sente di fare annunci particolari sul suo mandato. “È un po’ il mio carattere, prima di garantire qualcosa voglio essermi studiato le cose a fondo ed esser certo di quel che dico. Sicuramente il mio impegno, nel solco tracciato dal mio predecessore, sarà finalizzato a valorizzare ogni singola esperienza e ogni singola personalità”. Un approccio valido anche nel rapporto con la società esterna. “Sono consapevole di trovarmi in una città speciale, sotto molteplici punti di vista. Penso al dialogo interreligioso, che a Firenze è da sempre a uno stadio molto avanzato, facilitato in ciò dal convinto sostegno delle istituzioni”.
Il legame con Firenze risale all’adolescenza e alle frequentazioni di allora con alcuni amici del Benè Akiva, movimento giovanile di ispirazione religiosa. Un rapporto che è proseguito nel tempo e che, negli ultimi anni di intenso lavoro nel mondo ebraico, è stato caratterizzato da molteplici iniziative, convegni, progetti per i giovani. Il 2010, in questo senso, è stato per rav Piperno l’anno della svolta. “Fino ad allora – racconta – avevo fatto quasi esclusivamente l’ingegnere. Furono rav Roberto Della Rocca e l’allora presidente UCEI Renzo Gattegna a coinvolgermi nelle attività dell’Unione, affidandomi l’incarico di seguire e guidare il risveglio d’interesse verso l’ebraismo in corso nel Meridione. Una sfida complessa, che si è rivelata sin da subito avvincente. Un’esperienza straordinaria nel senso etimologico del termine”.
Il lavoro all’interno dell’area Educazione e Cultura UCEI, prosegue rav Piperno, “mi ha portato a confronto con progetti e iniziative particolarmente soddisfacenti, dal Moked all’organizzazione dei vari momenti di incontro durante l’anno: è un qualcosa che porto con me, un bagaglio di esperienze significativo che mi sarà senz’altro d’aiuto”. Un’attività svolta in parallelo a quella di referente del Tempio Bet Michael a Monteverde, dove (sempre nel 2010) fu chiamato a sostituire il rav Michael Ascoli. “Anche questa – dice rav Piperno – un’esperienza che mi ha lasciato tanto. Nel corso degli anni ho infatti visto crescere una realtà bellissima, sulla spinta di un volontariato che mi ha sempre supportato in ogni aspetto della gestione e della vita del Tempio”.
Incarichi e responsabilità che l’hanno portato a compiere il passo più importante: l’ottenimento del titolo di Chakham (Rabbino Maggiore), raggiunto nel luglio del 2017 con una tesi dedicata a rav David Pardo, tra le più grandi figure rabbiniche italiane di sempre. Un’emozione che resta ancora oggi nel cuore, come la cerimonia di ordinazione rabbinica tenutasi poche settimane dopo al Tempio Maggiore di Roma. “Ho ancora un brivido – spiega rav Piperno – nel ricordare tutta la settimana che ha preceduto l’esame. Perché quel giorno non si espone soltanto una tesi, ma si porta davanti a una commissione qualificata la propria storia, quel che si è studiato, come ci si è formati. Senz’altro uno dei giorni più belli della mia vita”.
E anche un nuovo inizio, cui sono seguiti i primi incarichi di leadership rabbinica. La nomina a rabbino di riferimento per la Comunità di Casale Monferrato, ad esempio. Ma anche il ruolo di coordinatore del Collegio Rabbinico Italiano, svolto per un anno. “Seguire i ragazzi nel loro percorso, vederli crescere negli studi e nelle competenze – commenta il rav – è un qualcosa di entusiasmante”. Rav Piperno è anche quality manager del Progetto di Traduzione del Talmud Babilonese. Un progetto dal respiro internazionale, dice, “che sta portando un grande beneficio a tutto l’ebraismo italiano anche solamente per i tanti gruppi di studio che si sono attivati in Italia e in altre parti del mondo”. C’è un gran bisogno di studio e consapevolezza delle proprie radici, sottolinea infatti il nuovo rabbino capo di Firenze. “Un messaggio che cercherò di trasmettere con il massimo entusiasmo, mettendomi sempre a disposizione degli iscritti. Anche nel segno degli anni indimenticabili trascorsi all’UCEI”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(Nell’immagine il nuovo rabbino capo di Firenze rav Gadi Piperno, in alto, con il suo predecessore rav Amedeo Spagnoletto)
(29 novembre 2019)