Oltremare – Il topolino del sud
Non credo di essermi mai particolarmente interessata alla fiaba di Esopo sui due cugini topolini, di cui uno vive in città e uno in campagna. E prima di dare una ripassata su Wikipedia alla mia scarsa cultura fiabesca, ero convinta che i due topolini finissero per apprezzare l’uno la vita dell’altro, mentre la storia ha una morale molto meno edificante. Il topo di città snobba il cibo semplice della campagna, e il topo di campagna preferisce la quiete della campagna, senza il pericolo dei cani del padrone di casa, ai cibi sopraffini della città. Sicurezza. Si vede che Esopo non ha mai visto la stazza dei gatti di campagna israeliani, grandi come cani di media misura, che camminano con la vera andatura da predatori della savana, infischiandosene se dei rappresentanti della razza umana incrociano la loro strada. Ma anche se non ha mai incontrato un topolino di campagna nel sud di Israele, su una cosa aveva ragione. Ne ho incontrato uno la settimana scorsa sulla porta di casa, con mutua sorpresa e giustamente breve urlo di incredulo benvenuto da parte mia. Essendo un topolino intelligente che vive una vita già difficile, con quei gatti modello leone da evitare, come ha sentito il mio urlo (breve ma cristallino) lo ha interpretato come un allarme, cosa che in effetti era a modo suo, e invece di allontanarsi dalla soglia di casa verso la strada o il giardino ha applicato alla lettera le istruzioni della protezione civile ed è entrato in casa a razzo; senza alcuna esitazione ha corso a perdifiato fino al “mamad”, la stanza protetta contro i missili, e ha aspettato ben nascosto i canonici dieci minuti. E bravo Esopo. Tutto vero, il topolino preferisce la sicurezza della stanza protetta ai pericoli esterni, perfino in campagna. Per fortuna era comunque un topolino buongustaio, e siamo riusciti a farlo entrare subito in una trappola tappezzata di cose buone da mangiare, e a liberarlo verso i campi, da dove si spera non ritorni, quali che siano i pericoli là fuori.
Daniela Fubini