Israele e la strada aperta
per il Made in Italy
Nuovi progetti e nuove collaborazioni sull’asse tra Italia e Israele. La Stampa spiega come l’azienda parmigiana Pizzarotti stia conquistando uno spazio sempre più significativo nel settore dei trasporti e delle infrastrutture. Scrive il quotidiano torinese: “Dieci anni fa Israele non era ancora sulla mappa del business di Pizzarotti. Poi un invito, da parte dell’omologa israeliana Shapir, a partecipare al progetto della linea ferroviaria ad alta velocità tra Tel Aviv e Gerusalemme ha aperto un nuovo canale che oggi vale all’impresa di Parma contratti per centinaia di milioni di euro”. La Stampa porta il lettore anche nel museo di Holon, dove l’allestimento State of Extremes “racconta i meccanismi della società dal punto di vista dei creativi: dalle costruzioni in mattoni per far conoscere i muri ai bambini alla fionda spara-emoticon che colpisce gli utenti”.
Il Foglio traduce un articolo di Yedioth Ahronoth dedicato all’Urnwa, l’agenzia Onu per i palestinesi accusata di perpetuare il conflitto arabo-israeliano. “Persino Facebook – si legge – ha deciso di donare soldi all’Unrwa. Qualcuno dovrebbe spiegare a Mark Zuckerberg che nelle scuole dell’Unrwa si insegna l’antisemitismo, cioè che quei soldi vanno ad alimentare l’odio anziché il benessere”.
Il Comune di Trino ha revocato la delibera con cui a luglio aveva deciso di cambiare il nome della piazza della città intitolata ai Martiri dei Lager, trasformandola in piazza dei Tipografi trinesi. Alle vittime della Shoah, ricorda Repubblica Torino, sarebbe stato intitolato un parcheggio adiacente. Decisiva la mobilitazione della Comunità ebraica di Vercelli, con il sostegno dell’UCEI.
Libero appoggia la campagna della Lega, che è per l’abolizione dei senatori a vita. Un istituto che è definito “un premio alla carriera finalizzato a sigillare una biografia esemplare e in un certo senso a musealizzarla in forma inerte, quasi monumentale”.
Un discorso che per Libero varrebbe anche per Liliana Segre, che è definita “testimone vivente dell’immane persecuzione novecentesca anti ebraica, nonché donna di una compostezza largamente superiore a quella di chi si appropria della sua luce riflessa candidandola ora al Quirinale ora al Nobel per la Pace”.
In un editoriale rivolto a chi è vittima di soprusi senza incontrare l’interesse dell’Occidente, Pierluigi Battista cita sul Corriere anche gli omosessuali palestinesi “perseguitati e costretti a riparare nel civile e democratico Stato di Israele”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(23 dicembre 2019)