Otto giorni, otto luci
Tempo di misericordia
Yitzhak Luria (1534-1572) ritiene che la formula della benedizione di accensione dei lumi di Chanukkah debba essere “Leadliq ner Chanukkah/Accendere i lumi di Chanukkah”, senza la parola “shel/di” come si usa generalmente. Il mistico riporta nel formulario da lui redatto che, nei giorni di Chanukkah, brillano i tredici attributi della misericordia divina: sette, uno ogni giorno, i restanti cinque tutti insieme nell’ottavo e ultimo giorno. Il Signore ti conceda grazia/yochnekhà, figlio mio (Genesi 43:29); queste sono le parole che Giuseppe rivolse a Beniamino nel momento del loro incontro. Rabbì Menachem Nachum Twersky di Chernobyl (1730-1787) ha spiegato che “l’espressione yochnekhà/ti conceda grazia ha la stessa radice di Chanukkah ed è per questo che il brano della Torah di Miqqetz si legge nel sabato che cade in questa festa”. Tuttavia, nella versione aramaica di Onkelos, questo verso è trasposto con: Il Signore sia misericordioso nei tuoi riguardi. Secondo Luria, nella parola Chanukkah si concentrano sia il concetto di chinukh (grazia/educazione/inaugurazione) sia quello dia rachamanut (misericordia) e per questo i giorni di Chanukkah sono considerati tempo di misericordia. Questo sarebbe il motivo per cui Luria ritiene che la benedizione sia da recitarsi così perché, in totale, sarebbe composta di 13 parole, quanto gli attributi della misericordia divina.
Rav Adolfo Locci, rabbino capo di Padova
(23 dicembre 2019)