Dannose banalità sull’ebraismo

calimani darioOggi Dacia Maraini discetta di sardine per farne discendere il movimento dalla rivoluzione di Gesù, “Un giovane uomo che ha riformato la severa e vendicativa religione dei padri, introducendo per la prima volta nella cultura monoteista il concetto del perdono, del rispetto per le donne, il rifiuto della schiavitù e della guerra”. Insistendo, poi, che “molti, proprio dentro la Chiesa, hanno rifiutato i principi del vecchio Testamento, il suo concetto di giustizia come vendetta (occhio per occhio, dente per dente), la sua profonda misoginia, l’intolleranza, la sua passione per la guerra”.
Nel tempo, mi sono trovato a rispondere in dettaglio a superficialità del genere, esposte di volta in volta da Sergio Romano o dal Cardinale Gianfranco Ravasi. Non è dato sapere se si tratti di pregiudizi più che non di ignoranza della storia, del contesto ideologico e dell’interpretazione biblica. E poiché di queste superficialità non si conosce l’origine, conviene non sprecare tempo e spazio per spiegare per l’ennesima volta.
A Dacia Maraini, comunque, visto che lei stessa riconosce come premessa che “in nome di Cristo sono state fatte delle orribili nefandezze” merita chiedere, proprio a seguito delle sue osservazioni, come sia stato possibile che da una religione di “vendetta e di guerra” sia discesa una religione di amore. Forse Gesù aveva capito dell’ebraismo più di quanto non abbiano capito Dacia Maraini e compagni. E come mai, poi, la religione dell’amore si sia trasformata in religione di storiche e incancellabili “nefandezze”, come lei stessa riconosce. A meno che non si voglia affermare che la vendetta cristiana è caduta come una mazza per colpire lo spirito vendicativo degli ebrei. Il che tuttavia andrebbe contro la tesi, in quanto dimostrerebbe lo spirito vendicativo del cristianesimo. Sono questi, quesiti che hanno lacerato la coscienza della civiltà occidentale per duemila anni e che Dacia Maraini e compagni farebbero bene a considerare prima di sparare dannosissime banalità da Bignami delle religioni. E chiedo scusa a Bignami. Banalità che, però, contribuiscono a diffondere e perpetuare odio storico contro gli ebrei.
Poiché sappiamo leggere nella mente di chi legge con lo spirito del pregiudizio, mi permetto di specificare che solo un antisemita inveterato, di destra o di sinistra, potrebbe dire – decontestualizzando una volta di più – che gli israeliani di oggi sono la prova del desiderio di guerra degli ebrei.
Dacia Maraini è una riconosciuta Maîtresse à penser, quindi sorprende molto che si stia anche lei adeguando allo spirito della superficialità che caratterizza disastrosamente, e colpevolmente, il nostro tempo. Ai Maestri del pensiero è lecito chiedere che scrivano dopo aver studiato e approfondito i loro argomenti. Altrimenti rischiano di aggiungersi allo stuolo di scrittori improvvisati che sui social, con verità improvvisate, amareggiano le nostre giornate e contaminano i nostri pensieri.

Dario Calimani, Università di Venezia