La presidente UCEI sul Corriere“Superficialità e pregiudizi su ebraismo devono essere combattuti”
Abbiamo letto e riletto la riflessione di Dacia Maraini sul Corriere alla vigilia di Natale e l’ulteriore spiegazione che ha fornito sulle ragioni delle sue ragioni. Riflessione sui fermenti del movimento delle Sardine, i loro simboli e forme di comunicazione, speranze e ispirazioni ancestrali, e ricerca di un legame in tutto ciò con il Natale e l’ebraismo messo alle spalle. Non solo non è chiaro il nesso ma dispiace che in poche righe e poche parole si è riaffermata una tesi antigiudaica, antiteologica e antistorica e che, proprio alla vigilia di Natale, le parole della divisione prevalgono su quelle che generano comunanza di visione.
Le sue affermazioni denotano superficialità verso la cultura biblica e sul rapporto con il divino, superata da decenni di dialogo pur con tutte le difficoltà che tutt’ora persistono e sulle quali ci confrontiamo in varie sedi, ragionando sui libri di testo per le scuole e le parole delle liturgie. Nel dialogo non si parte dal presupposto del superamento di un male ma dall’assorbimento del bene.
Peccato che una persona come Dacia Maraini – che esige nei suoi scritti rispetto e valori e li vorrebbe riconoscere alla pretesa teo/politica delle Sardine – non tenga conto che proprio la cultura della Bibbia ebraica millenaria sia alla base della nostra stessa nostra cultura contemporanea di diritti sociali, sindacali, attenzione all’ecologia e di ogni conquista di libertà democratica.
Peccato che non tenga conto che il mondo ebraico è stato moto di coscienza civile e protagonista nella costruzione delle stesse democrazie evocate da molti ma vissute con coerenza da pochi.
Peccato che concetti così faticosi come violenza, schiavitù, vendetta, donne siano appiattiti come sardine in una scatola chiusa consumata all’occorrenza da cui risorge il malanno antico e ben conservato dell’antisemitismo che avvelena le nostre esistenze.
Peccato che ogni analisi di saggisti e politici debba in qualche modo rifarsi a questioni ebraiche per spiegare fenomeni di ieri e di oggi.
Credenti e non credenti sono chiamati a voler agire con un approccio senza giudizi ma con queste parole, al contrario, si radicano i pregiudizi antichi evidentemente mai fino in fondo affrontati. Il mondo prima e dopo Gesù – comunque lo si voglia raffigurare – ha continuato ad avere i suoi demoni umani e la superficialità colta li ha sempre assistiti. Attendo fiduciosa repliche degli esponenti della Chiesa.
Noemi Di Segni, Presidente UCEI
(Corriere della Sera, 27 dicembre 2019)