Otto giorni otto luci
Contemplare l’Infinito
Chanukkah è il tempo in cui viene concessa la forza per “vedere”. Lo scopo della luce è permettere di “vedere” come, viceversa, lo scopo dell’oscurità è “accecare”. Ma non si intende qui la vista o la cecità degli occhi, si intende quella della mente. E non farci accecare la mente, soprattutto oggi, è una battaglia che non possiamo esimerci dal combattere. Ecco perché nel brano “Hannerot” è scritto che non possiamo “adoperare” i lumi (per vedere), ma “solo guardarli” (per pensare). Tanto che è considerato un precetto non fare alcuna azione per almeno mezz’ora dopo aver acceso i lumi della Chanukkiah e rimanere lì a osservarli solamente. Contemplare il candelabro ieri sera, con tutti i suoi lumi accesi, è stato un rinnovarsi in questo impegno di lotta contro quelle forze che vogliono inibire le menti. “Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce”…in questa luce.
Rav Adolfo Locci, rabbino capo di Padova
(30 dicembre 2019)