Teheran minaccia tutti: “Vendicheremo Soleimani”
Il regime di Teheran grida vendetta per l’uccisione da parte degli Usa in Iraq del generale iraniano Qassem Soleimani – fautore dell’espansionismo aggressivo dell’Iran in questi anni e del finanziamento del terrorismo internazionale – e promette di colpire gli Stati Uniti e i loro alleati in tutto il mondo: “Pagherete per anni”, ha dichiarato il presidente iraniano Rohani (Repubblica e La Stampa) e alcuni razzi sono stati sparati contro l’ambasciata Usa in Iraq. Diverse le analisi presenti oggi sui quotidiani italiani con molti articoli che sottolineano come Israele sarà un fronte caldo di quello che si preannuncia un conflitto senza confini: per anni, come scrive il direttore de La Stampa Maurizio Molinari facendo un quadro delle potenze in gioco, l’Iran ha lavorato all’assedio d’Israele, finanziando il terrorismo della Jihad islamica a Gaza e di Hezbollah nel sud del Libano. E proprio Hezbollah, secondo il Corriere e il Sole 24 Ore, potrebbe muovere guerra contro Israele, sfruttando il conflitto per sopprimere ulteriormente nel sangue le proteste interne. A fare da argine alla minaccia di Hezbollah, scrivono Corriere e Repubblica, dovrebbe essere il contingente italiano schierato al confine dal 2006 per fare da cuscinetto contro ogni violenza: qui come altrove (Iraq, Afghanistan, Kuwait) Roma è preoccupata e ha alzato le misure di sicurezza. E intanto sul Messaggero l’ex Premier Romano Prodi denuncia l’impotenza dell’Europa in questo quadro internazionale sempre più complesso.
Cyberguerra. Il conflitto con l’Iran segue percorsi diversi e anche la rete informatica sarà – ancor più che in passato – terreno di scontro. “Il premier Benjamin Netanyahu ha ammesso che le infrastrutture del Paese ‘vengono attaccate ogni giorno dagli hacker iraniani. Monitoriamo queste incursioni e le respingiamo’. Era un anno fa. – racconta il Corriere – Adesso gli esperti avvertono che i raid digitali aumenteranno: le prime missioni per vendicare la morte di Qassem Soleimani potrebbero essere condotte dai pirati informatici che in questi anni il generale ucciso a Bagdad ha voluto arruolare tra le sue forze”. Secondo Repubblica, la cyberguerra iraniana “potrebbe prendere di mira obiettivi civili – reti elettriche, trasporti, dighe – e non solo militari”.
Memoria, la Napoli ebraica e il no all’assessore anti-Israele. In una lettera pubblicata ieri dal Mattino la Comunità ebraica di Napoli annuncia la decisione di disertare le cerimonie di apposizione delle Pietre d’inciampo per dare un segnale inequivocabile all’amministrazione del sindaco De Magistris: “Non parteciperemo a nessuna iniziativa con un assessore, Eleonora De Majo, schierato contro Israele”, scrive la Comunità, in riferimento all’assessore alla Cultura De Majo, nominata alcuni mesi fa e autrice di violenti attacchi sui social contro Israele (La Stampa e Repubblica). “Antisionismo e antisemitismo sono le due facce di un’identica medaglia”, ricorda la Comunità ebraica mentre la De Majo nella sua replica (Repubblica e Mattino) si trincera dietro al diritto di criticare Israele. “L’assessore ripete sempre le stesse cose – ribatte Lydia Schapirer, presidente della Comunità ebraica di Napoli – Come scritto nel documento, in gioco ci sono valori dal significato alto e inequivocabile, come il diritto di esistere per lo Stato d’Israele. E paradossale che ci sia qualcuno pronto a ricordare gli ebrei morti per poi disprezzare quelli vivi”.
La Memoria di Sciesopoli. “Prima di Selvino non avevamo nulla. Quel posto ha salvato le vite mie, dei miei fratelli e di mia sorella”. Lo racconta a Repubblica Zvi Dotan che a dieci anni, scampato alla Shoah, arrivò a Selvino, nella bergamasca, e trovò ospitalità a Sciesopoli, colonia per bambini con un passato fascista. La storia di questo luogo e della sua trasformazione, come racconta Gad Lerner sempre su Repubblica, sarà dal prossimo 13 gennaio al centro di una fiction prodotta dalla Rai: La guerra è finita. Per quattro lunedì la fiction racconterà – pur cambiando nomi a luoghi e personaggi – la “storia di Sciesopoli (deve il suo nome all’eroe risorgimentale Amatore Sciesa), dove un ex ufficiale della Brigata Ebraica che aveva contribuito alla liberazione dell’Italia, Moshe Zeiri, con l’aiuto del Cln, raduno i piccoli profughi per alleviare i loro traumi e prepararne l’emigrazione in Palestina, dove di lì a poco sarebbe nato lo Stato d’Israele”.
Segnalibro. Marcello Flores sul Corriere Lettura propone Le ceneri di Babij Jar (il Mulino) di Antonella Salomon, volume dedicato a raccontare e riflettere sull’eccidio di 34mila ebrei per mano nazista in Ucraina; una strage che, quando il paese passò sotto l’Urss, fu poi messa sotto silenzio anche da Stalin. A proposito di conti con il passato, il Domenicale del Sole 24 Ore presenta Un mondo migliore di Uwe Timm e Berlino Ultimo atto di Heinz Rein per raccontare l’impegno tedesco a continuare a fare i conti con il proprio passato e con le responsabilità del nazismo. Sempre il Sole 24 Ore racconta la storia di Giorgio Fuà, economista e imprenditore culturale colpito dalle Leggi razziste perché ebreo. A lui Roberto Giulianelli ha dedicato il volume L’economista utile. Vita di Giorgio Fuà (Il Mulino).
I fratelli Safdie. La coppia di registi Joshua e Benjamin Safdie, figli di un padre sefardita e una madre ashkenazita, raccontano al Corriere il loro ultimo film: Uncut Gems, con protagonista Adam Sandler nelle vesti di “Howard Ratner, venditore di gioielli ebreo, appassionato di basket e ludopatico, guascone e sfrontato”. “Al primo impatto il mondo del Diamond district sembra un universo maschile ma vedendolo dall’interno ti accorgi che le donne controllano tutto. – raccontano i due – Come accade nelle famiglie ebree, come quella di Howard: l’aspetto matriarcale è fondamentale. E anche il personaggio di Julia, l’amante di Howard interpretato da Julia Fox, esordiente bravissima, è spiazzante. Pensi di sapere chi è, poi pian piano ti accorgi che è molto più complessa”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked