Migranti tra accoglienza e inserimento
La sfida della formazione
Quali sono i processi geopolitici che hanno portato all’attuale crisi migratoria? Quale effetto psicologico ha la migrazione forzata sulle persone che si trovano a dover lasciare la propria casa e come si può aiutarle efficacemente? Quali strumenti si possono utilizzare per migliorare il servizio di accoglienza, i rapporti con i richiedenti asilo e aumentare le possibilità di integrazione?
Tematiche affrontate nel corso di aggiornamento professionale, conclusosi nella scorse settimane, realizzato dalla Comunità ebraica di Firenze nell’ambito del progetto di sostegno ai migranti. Un percorso supportato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in tre città (Firenze, Milano, Torino) su coordinamento del vicepresidente Giorgio Mortara, e supervisionato a Firenze dall’educatore Noam Pupko, con il supporto del consigliere della Comunità David Palterer.
“È molto importante procedere alla formazione in tal senso, perché le persone che devono confrontarsi con i migranti devono avere delle solide basi” afferma Giorgio Mortara. “Non basta essere volontari, è necessario avere degli strumenti culturali adatti, per lavorare in questo ambito. L’UCEI ritiene importante l’accoglienza e la prima assistenza, ma anche l’integrazione: e questa iniziativa va proprio in questo senso, favorire l’integrazione e l’inserimento nella società di queste persone.”
Il corso, rivolto a venti operatori sociali della cooperativa Il cenacolo, ha raggiunto l’obiettivo di offrire una formazione di qualità sul tema della gestione di conflitti in contesti multiculturali a un gruppo di operatori che si occupano di accoglienza in sette strutture fiorentine che ospitano più di trecentocinquanta persone. Gli operatori hanno partecipato a otto incontri di formazione con esperti e docenti universitari che hanno portato un approccio innovativo e interdisciplinare, in modo tale da ampliare la visione e le conoscenze degli operatori e di fornire nuovi strumenti di lavoro.
L’intervento a Firenze, supportato dalla Comunità ebraica, prevede anche un percorso di supporto a un gruppo di migranti di varia nazionalità, ospitati in una struttura fiorentina già utilizzata in questi anni, sempre in collaborazione con la cooperativa Il cenacolo.
(Nell’immagine una delle docenti, Silvia Guetta, nel corso di una lezione)
Marco Di Porto
(8 gennaio 2020)