Maria Vingiani (1921-2020)
Figura carismatica del mondo cattolico italiano, fondatrice nel 1996 del Segretariato attività ecumeniche, Maria Vingiani ha svolto un ruolo fondamentale nella nuova stagione del Dialogo tra ebrei e cristiani sviluppatasi a partire dalla pubblicazione della Nostra Aetate. Fu infatti lei, nel 1960, a propiziare l’incontro in Vaticano tra lo studioso ebreo Jules Isaac e papa Giovanni XXIII. L’inizio di un’amicizia che avrebbe avuto un peso determinante nella stesura del documento conciliare. “Mi era ormai chiaro – ha scritto Vingiani, ricordando quei giorni – che l’unica vera grave lacerazione era alle origini del cristianesimo e che, per superare le successive divisioni tra i cristiani, bisognava ripartire insieme dalla riscoperta della comune radice biblica e dalla valorizzazione dell’ebraismo”.
Profondo cordoglio desta quindi la sua scomparsa, avvenuta a poche ore dal momento in cui – anche come attuazione dei principi fondamentali della Nostra Aetate – si è svolta la trentunesima edizione della Giornata di approfondimento del dialogo tra ebrei e cristiani cattolici, dedicata quest’anno al Cantico dei Cantici. Un percorso trentennale che ha nella fondatrice del Sae un pilastro. “Jules Isaac – raccontava Vingiani, intervistata nel 2015 da Tobias Wallbrecher dell’associazione Ricordiamo Insieme – era un uomo straordinario. Ho la sua fotografia con dedica, una foto tessera. L’ho ingrandita, è in camera mia. Spiritualmente è stato un maestro. Io naturalmente ero cristiana praticante, però lui mi ha aperto alla radice ebraica del pensiero cristiano”.
La Giornata di approfondimento è stata caratterizzata da incontri in tutta Italia. Intervenendo durante un forum svoltosi all’Ansa, la presidente UCEI Noemi Di Segni ha fatto un bilancio più che positivo delle relazioni con il mondo cattolico. “Quello che deve maturare ulteriormente – ha affermato – è che la riflessione e la percezione di quello che è maturato nelle posizioni e nella dottrina della Chiesa sia anche vissuta, percepita e conosciuta nelle famiglie e nelle parrocchie, e tra coloro che sono portatori di insegnamenti, di pensieri, ma anche di pregiudizi contro gli ebrei che si sono maturati negli anni”. La presidente Di Segni ha quindi parlato dei dei progetti avviati con la Conferenza Episcopale Italiana, tra cui quelli relativi all’ambito scolastico. “Leggere e analizzare i testi per vedere insieme dove ci sono elementi di forte pregiudizio – ha commentato Di Segni – è una apertura della Chiesa veramente importante, forse storica”.
(17 gennaio 2020)