Ihra, la lotta all’antisemitismo si rinnova a Bruxelles
“In occasione del 75° anniversario della liberazione dei campi di concentramento e di sterminio nazisti tedeschi e di altri luoghi di persecuzione e di omicidio, noi, alti rappresentanti governativi dei Paesi membri dell’Alleanza internazionale per la commemorazione dell’Olocausto (IHRA), onoriamo le vittime e i sopravvissuti dell’Olocausto (Shoah) che ha travolto il popolo ebraico. Onoriamo anche le vittime e i sopravvissuti del genocidio dei Rom e altri perseguitati. Promettiamo di non dimenticare mai coloro che hanno resistito ai nazisti e coloro che hanno protetto o salvato i loro compagni perseguitati”. Questo l’incipit della dichiarazione adottata a Bruxelles dai 35 paesi dell’IHRA – con l’Italia rappresentata dall’ambasciatore Luigi Maccotta, dal viceministro degli Esteri Emanuela Del Re e dalla presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni – che ribadisce e amplia, a 20 anni dalla sua adozione, la Dichiarazione di Stoccolma. “Siamo lieti che i ministri di tutto il mondo abbiano adottato oggi la Dichiarazione del 2020, affinché le generazioni attuali e future non dimentichino i tragici eventi del passato e la storia dell’Olocausto sia salvaguardata. Sullo sfondo del crescente antisemitismo, la dichiarazione di oggi è assolutamente cruciale. – ha dichiarato l’ambasciatore Georges Santer, presidente dell’IHRA- Come dice sempre il presidente onorario dell’IHRA, Yehuda Bauer, l’antisemitismo non è una minaccia solo per gli ebrei, ma è una forza distruttiva per le nostre società in generale. I Paesi membri dell’IHRA sono obbligati a combattere questi pericolosi sviluppi, a salvaguardare la storia del passato e a onorare le vittime dell’Olocausto e i sopravvissuti di oggi, e l’IHRA sosterrà tutti i Paesi membri in questo senso”.
Nella nuova dichiarazione è stata inserita anche la tutela della ricerca e del ricordo del genocidio Rom, oltre a un rinnovato impegno in difesa della Memoria della Shoah e contro l’antisemitismo. Durante la riunione a Bruxelles si è parlato anche delle nuove forme di antisemitismo e, spiega la Coordinatrice Ue per la lotta all’antisemitismo Katharina von Schnurbein, il commissario Ue alla Giustizia Didier Reynders ha rimarcato come i diversi governi debbano trovare strategie comuni per combattere anche l’antisionismo, il negazionismo e ogni forma di distorsione della Memoria. “Mentre vediamo l’ascesa globale dell’antisemitismo assumere nuove forme, è più che mai urgente che i governi nazionali si riuniscano e affrontino questo male”, le parole invece di Jean Asselborn, ministro degli Esteri del Lussemburgo, paese che ha ereditato dall’Italia la presidenza dell’Ihra.
“Il governo lussemburghese ha lavorato con l’IHRA per garantire che la nostra determinazione collettiva non si affievolisca ed esortiamo tutti i membri a mettere in atto i principi della dichiarazione concordata oggi. La Dichiarazione stessa deve essere nei prossimi anni una fonte di ispirazione, di esortazione e di motivazione per il lavoro dell’Alleanza”.
A portare il proprio monito a governanti europei, le voci dei sopravvissuti Edith Bruck e Robert Badinter, ex ministro della Giustizia francese. “Ho assistito in prima persona agli orrori di ciò che può accadere quando l’antisemitismo e il genocidio non vengono messi in discussione”, ha dichiarato Bruck, ringraziando i componenti dell’IHRA per il loro lavoro.
Per il viceministro Del Re è “un onore fare parte dell’IHRA”. “L’Italia – scrive il viceministro – approva la Dichiarazione nella riunione ministeriale di Bruxelles e si concentra sull’educazione delle giovani generazioni per la prevenzione con programmi scolastici e visite ai campi di concentramento”.