Adei Wizo, cent’anni d’impegno
Ci sono cose che non cambiano nel corso di una vita o anche due, e una di queste è la WIZO. Entrare alla loro conferenza annuale all’Hilton Tel Aviv è come entrare in una bolla temporale nella quale un esercito compatto di signore nella massima parte ultraquarantenni siedono rigorosamente in gruppi secondo le delegazioni nazionali, qui tutto il Sud Africa, lì davanti il Cile, le francesi, le canadesi e così via; lingue parlate a macchia di leopardo e sul palco una sfilata di personalità e storie israeliane. Le spille d’oro con il simbolo della WIZO, che ho imparato a riconoscere da piccola, quando mia nonna si metteva elegante e usciva per una riunione importante o una fiera, non si contano. E ho la sensazione che la maggior parte delle partecipanti all’assemblea potrebbe riempire tutti e due i baveri della giacca con multiple spille e fare l’effetto del generale pluridecorato in pensione. Ma si tratta di signore con una missione, e quindi acconciature a parte, la moderazione è d’obbligo. Una singola spilla ben lucida è più che sufficiente a far passare il messaggio, e comunque qui nessuno parla di pensione: indipendentemente dall’età anagrafica tutte le signore sono attive e combattive nel proprio paese d’origine, e contribuiscono a portare fondi e buon nome alle attività della WIZO in Israele. Questo è l’anno del Centennale, un compleanno importante e una occasione per guardare indietro fino all’inizio delle attività della WIZO attraverso brevi film, e una cordiale visita da parte di Rebecca Sieff (impersonata da una attrice), che con Vera Weizmann e Edith Eder fondò a Londra nel 1920 la iniziale federazione delle donne sioniste al ritorno da una visita nella Palestina mandataria.
Durante la giornata di ieri le standing ovations sono state parecchie. Per Alon Davidi, sindaco di Sderot, dove la WIZO è presente con un progetto per aiutare i bambini a gestire il continuo post-trauma cui sono sottoposti a causa degli allarmi, del brevissimo tempo che hanno per raggiungere un riparo (15 secondi), e del rumore delle intercettazioni nel migliore dei casi, o delle esplosioni dei missili non intercettati quando toccano terra. E poi per Daniel Birnbaum, visionario ed eccellente comunicatore, presidente di SodaStream, che impiega nella fabbrica vicino a Beer Sheva lavoratori di ogni origine, religione e cultura: israeliani religiosi e non, palestinesi, beduini, in una varietà di colori e vestiari che noi israeliani vediamo ogni giorno negli ospedali, sui treni e nella vita quotidiana, ma che per delegate che arrivano da tutti gli angoli del mondo può in effetti essere una piacevole novità. E dopo i visitatori, è toccato alle stesse attiviste WIZO a far alzare in continue standing ovation le loro colleghe, durante la cerimonia di conferimento degli attestati di “Honorary Life Member” alle socie con decenni di lavoro alle spalle. Per l’Italia è salita sul palco Ester Silvana Israel, forte di una carriera in ADEI-WIZO iniziata da giovanissima nella Aviv, diversi mandati come vicepresidente nazionale e poi come presidente dal 2011 al 2018, e che se non bastasse ha ancora due anni davanti come consigliera della WIZO Europa. Nel suo caso, la vita e la WIZO sono davvero tutt’uno, e guardando la sala piena di entusiasmo e di sciarpe colorate, borse e altri accessori marcati WIZO, questi primi 100 anni della associazione sono stati magari lunghi e pieni di impegno e di progetti, ma hanno tutta l’aria di essere solo un inizio.
Daniela Fubini
(Nelle immagini, in alto Honorary Life Member Ester Silvana Israel seconda da sinistra, riceve il premio da Esther Mor, prima a sinistra, appena riconfermata alla presidenza del World Wizo. In basso, la delegazione Italia ADEI WIZO 2020)