“Not in my name”: a Torino
il confronto con gli esperti

“Cosa spinge a credere nella propria religione?”. “Perché la religione non è personale?”. “Perché l’uomo ha più ruoli rispetto alla donna?”.
Queste e molte altre le domande che si sono visti porre gli esperti delle religioni coinvolti nell’ultimo appuntamento formativo di “Not in my name. Ebrei, Cattolici e Musulmani in campo contro la violenza sulle Donne”, il progetto rivolto al mondo della scuola promosso dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane con il sostegno di Comunità Religiosa Islamica Italiana e Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.
A Torino, nei locali della Comunità ebraica, si avvia alla conclusione il terzo seminario di questo progetto che, sostenuto dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, avrà in un appuntamento conclusivo in programma prossimamente a Milano il momento definitivo di valutazione ed elaborazione.
Oltre ai singoli esperti, in aula con i ragazzi un facilitatore chiamato a raccordare i vari momenti e passaggi di queste intense giornate. E cioè Raffaella Di Castro, coordinatrice scientifica di “Not in my Name” e coordinatrice di progetti culturali e formativi per l’UCEI. Con lei anche i conduttori dei laboratori teatrali e di animazione creativa Domitilla Melloni, con cui ha stilato il programma formativo, e l’attore e formatore Fabio Michelini.

(22 gennaio 2020)