Eva Fischer – I colori della Memoria
Prenderà il via, con l’inaugurazione domani della mostra “I colori della Shoah” presso l’Aula Magna di Lettere Filosofia Lingue a Roma Tre, il progetto “EuropEva 192020” dedicato ai 100 anni dalla nascita della pittrice Eva Fischer. Ideata dal professor David Meghnagi, direttore del Master in Didattica della Shoah dell’ateneo, la mostra si compone di dodici quadri ad olio: 16 ottobre 1943 – Muro del Portico d’Ottavia, Addio, Menzogna e Memoria, Furto d’Aria, Arbeit macht Frei, Il Giorno al Crepuscolo si svuota, Fosse Ardeatine n°1, Il Salottino di Tot, Teatro Marcello, Marina, Fiori e Volo.Nel corso della mattinata è anche prevista una video testimonianza dello scrittore Aldo Zargani, l’intervento di alcuni attori della Compagnia teatrale di Rebibbia che leggeranno dei brani scritti da Edith Bruck e una riflessione della stessa Testimone, che fu molto amica della pittrice. Interverrà anche Luigi Maccotta, ambasciatore, capo delegazione italiana presso l’International Holocaust Remembrance Alliance.
Il progetto “EuropEva 192020”, curato dal figlio Alan David Baumann, ripercorrerà il percorso della grande artista attraverso i paesi trascorsi lungo la vita e la professione. Nata a Daruvar (oggi Croazia) da una famiglia ungherese, ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Lione (Francia). Raggiunta la famiglia a Belgrado (oggi Serbia), è dovuta fuggire a causa dei nazisti ed attraverso l’Albania ha raggiunto le truppe italiane che occupavano la parte adriatica della ex-Jugoslavia. Ottenne il permesso di lasciare il campo di detenzione dell’isola di Curzola per andare a Bologna dove far curare la madre malata. Lì si adoperò per la resistenza. A guerra finita decise di trasferirsi a Roma, dove ha incontrato le personalità artistiche del tempo. Per continuare le lunghe conversazioni ed affermarsi come donna in un mestiere prevalentemente al maschile, si è trasferita saltuariamente in Spagna (per incontrare Dalì e Picasso) ed a Parigi (per l’amicizia con Chagall). Passò un lungo periodo anche a Londra, ma Roma – dove è morta nel 2015 – è rimasta il suo punto d’arrivo e di partenza. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private in tutto il mondo. In vita ha esposto in più di 130 mostre personali, ottenendo successo e premi internazionali.“EuropEva 192020” esporrà diverse tematiche dipinte da Eva, sotto l’egida delle ambasciate dei paesi dove l’artista ha trascorso del tempo o che hanno influito nella sua vita. Roma, si annuncia, “sarà il centro d’Europa attraverso i colori di Eva e il Vecchio Continente troverà la propria unità e il suo consolidamento artistico”.
Dell’opera di Eva Fischer si parlerà anche il giorno successivo, presso il Comune di Massa Marittima (Grosseto), che ha invitato l’associazione E361° (Ebraismo a 361°) per un incontro con i giovani. Il programma inizierà con l’incontro tra Alan Davìd e le scolaresche dalle quinte elementari alle medie inferiori e superiori, dal titolo “I colori della Shoah”.
Barbara Fiorini sarà la moderatrice della conferenza-dibattito “Memorie Ebraiche a 361°” che si terrà nel pomeriggio presso la biblioteca comunale. Il sindaco, parte della giunta e la cittadinanza incontreranno alcuni tra i fondatori dell’Associazione: la presidente Michela Ebreo, il rabbino capo di Trieste rav Alexandre Meloni e lo scrittore Marcello Kalowsky, figlio di un ex deportato.
(26 gennaio 2020)