Qui Roma – La Shoah e l’infanzia rubata

Molte le iniziative che vedono protagonista la Fondazione Museo della Shoah di Roma in questi giorni. A partire dalla mostra “Shoah. Infanzia rubata”, su iniziativa dell’associazione Figli della Shoah, in collaborazione con la Comunità ebraica di Roma, che sarà inaugurata domani alle 16.
L’esposizione, curata da Daniela Dana Tedeschi, ripercorre idealmente la negazione dei diritti fondamentali dei bambini ebrei in tutta Europa durante gli anni della persecuzione nazifascista.
Attraverso la negazione dei diritti fondamentali dell’infanzia, quali il diritto al gioco, alla dignità, alla salute, all’identità, all’istruzione, alla libertà, alla tutela e, per ultimo, alla vita, la mostra – viene spiegato – “mette in evidenza le dure condizioni e le terribili costrizioni alle quali erano sottoposti durante quegli anni”.
Citazioni di diari e testimonianze accompagnano il visitatore attraverso quegli anni bui in cui alle piccole vittime erano stati negati i diritti elementari.
Si contrappone a tale orrore la grande figura del pedagogo polacco Janusz Korczak, ispiratore dell’attuale Convenzione Internazionale dei Diritti dei Bambini, che lottò fino all’ultimo per alleviare le sofferenze dei bambini del suo orfanotrofio, situato nel Ghetto di Varsavia.
Sempre domani, alle 17, presso la Casa del Cinema, sarà proiettato il documentario Kinderblock: l’ultimo inganno, prodotto dalla Fondazione in collaborazione con Rai Cinema e la Goren Monti Ferrari Foundation. Con regia di Ruggero Gabbai e con Marcello Pezzetti come autore, narra la storia di Sergio De Simone, nato a Napoli, e delle due cugine, Andra e Tatiana Bucci.
La tragedia dei bambini nella realtà concentrazionaria di Auschwitz viene trasmessa attraverso le testimonianze di sopravvissuti che all’epoca erano bambini.
I loro ricordi, vividi e al contempo frammentari, sono le tessere di un mosaico complesso e doloroso che fa emergere con forza narrativa le atrocità dei campi di sterminio, quali la sperimentazione medica sui bambini condotta dal Dottor Mengele, l’Angelo della Morte.
Un susseguirsi di eventi porta il piccolo Sergio a quel fatidico passo avanti che rappresenta l’ultimo inganno: nell’illusione di ritrovare la propria madre, Sergio va incontro alla più atroce delle sperimentazioni e infine alla morte, insieme ad altri 19 bambini in uno scantinato della scuola di Bullenhuser Damm ad Amburgo.
Il documentario andrà in onda su Speciale TG1 il 2 febbraio alle 23.20.
Appuntamento a teatro invece con lo spettacolo “L’uragano: Storia di Leone Efrati” di Antonello Capurso. Il 28 sera alle 21, con due repliche il giorno successivo per le scuole, andrà in scena al Teatro Palladium. Lo spettacolo racconta la storia di Leone Efrati, il pugile ebreo italiano che nel 1938 in America arrivò a un passo dal titolo mondiale. Efrati tornò però in patria, per stare vicino alla famiglia messa in pericolo dalle leggi razziali. Verrà arrestato e deportato nei campi di sterminio, dove troverà la morte combattendo. Insieme a musiche, filmati, documenti e fotografie inediti messi a disposizione dalla famiglia, le voci degli attori raccontano questa avvincente storia all’insegna del coraggio e della determinazione. “L’uragano”, il cui segno distintivo è quello della libertà, della democrazia, del ricordo della Shoah, dell’impossibilità di sottostare a ogni forma di discriminazione razziale, vuole far emozionare e far riflettere gli studenti sui questi temi quanto mai attuali.

(26 gennaio 2020)