Setirot – Nemici e interrogativi

stefano-jesurumÈ nostro uso considerarci sempre e comunque l’ombelico del mondo, e per moltissimi versi e altrettante ragioni è più che comprensibile, probabilmente anche “giusto”. Così allo straordinario successo personale della candidata del centrosinistra Elly Schlein alle elezioni regionali in Emilia-Romagna la cosa che immediatamente diviene tra noi oggetto di discussione è che una volta partecipò da europarlamentare, anni fa, a un convegno organizzato a Milano da alcune sigle propal. Non so che cosa ebbe a dire e immagino nessuno dei reattivissimi accusatori abbia in mano le registrazioni del suo intervento. Ciò che so è che, raccontandosi, questa giovane donna di indiscutibile impegno e dal curriculum invidiabile ama ricordare di avere un padre ebreo – Schleyen, famiglia ashkenazita ferita gravemente dai pogrom prima e dalla Shoah dopo – e una madre figlia di un avvocato senese fervente antifascista.
Chi segue Setirot ben conosce la mia profonda critica e condanna del BDS, la soddisfazione (pur con qualche dubbio) per l’adozione della definizione di antisemitismo dell’International Holocaust Remembrance Alliance, e tuttavia prima di agitare lo spettro dell’odio “antisemita” nei confronti di Israele penso che forse bisognerebbe contare fino a dieci. Anzi, meglio ancora: contare fino a quando la signora non affronterà, se lo farà, il tema. A proposito, mi viene in mente quanto Kenneth Stern ha scritto sul Guardian un mesetto fa. Chi è Stern? Colui che in qualità di esperto di antisemitismo del Comitato Ebraico Americano, è stato uno dei principali estensori di ciò che allora veniva definita la “definizione operativa di antisemitismo” e che aveva come scopo primario consentire ai raccoglitori di dati europei di sapere cosa includere ed escludere nella suddetta categoria. Ebbene Stern oggi dice, criticando la sospensione voluta da Trump di erogazioni governative per i campus dove si “delegittima” Israele: «Sono sionista. Ma in un campus universitario, dove lo scopo è esplorare idee, gli antisionisti hanno diritto alla libera espressione». Dunque qualcosa su cui interrogarci esiste, ovvero una certa, spiccata propensione alla ricerca di “nemici interni”, verosimilmente inesistenti.

Stefano Jesurum