Il business delle bandiere
(calpestate e bruciate)
In crescita in Iran il business di bandiere americane e israeliane. Racconta La Stampa: “Bandiere a stelle strisce e israeliane vengono regolarmente dipinte agli ingressi di scuole, università, edifici pubblici, per essere calpestate. Quelle in stoffa vengono invece bruciate alle manifestazioni pro-regime, che hanno assunto dimensioni colossali dopo il raid che ha eliminato Soleimani lo scorso 3 gennaio”.
Smascherato, con il contributo del direttore della Fondazione Cdec Gadi Luzzatto Voghera, un falso Testimone della Shoah che da anni partecipa a iniziative nelle scuole del Veneto. Al Gazzettino lo studioso spiega: “Purtroppo ci sono stati alcuni casi noti di personaggi che, per motivazioni varie in genere legate a dinamiche psicologiche insondabili, hanno offerto testimonianze poi rivelatesi false. La testimonianza del signor Artale, che da quindici anni viene invitato da istituzioni e amministrazioni pubbliche, rientra purtroppo in questa categoria”. Una scelta inopportuna in un momento in cui, sottolinea Luzzatto Voghera, “non ci si può permettere di prendere in giro la Storia”.
Libero segnala le parole di Noemi Di Segni, presidente UCEI, ieri intervenuta alla cerimonie di scuse dell’Università La Sapienza di Roma per l’applicazione delle Leggi razziste del ’38. Come ricordato anche davanti al presidente della facoltà di Giurisprudenza, Oliviero Diliberto, l’impegno vivo di Memoria passa anche da un no a “demonizzazione e isolamento di Israele” e da un no alla “santificazione dei terroristi con monumenti e strade dedicate”. Si fa Memoria, ha ricordato Di Segni, “capendo che è ancora qui, che esiste l’antisemitismo e che va combattuto, passando da una memoria narrativa ad un approccio che prende atto della realtà che si vive pur con tutte le difficoltà di interpretarla”.
Ricardo Franco Levi, presidente dell’Aie, in una intervista con il Corriere si sofferma sulla possibile presenza della casa editrice di estrema destra Altaforte al prossimo Salone del libro di Torino. Dice Levi: “Noi come Aie, già l’anno scorso a Torino, avevamo detto che nessuna voce va soppressa. Allora tutto era avvenuto a ridosso dell’apertura, con il caso della superstite della Shoah Halina Birenbaum che sarebbe rimasta fuori dai cancelli. Quest’anno, essendo il problema già emerso, mi auguro che da qui a maggio venga risolto”.
Intervistato dal Venerdì, l’avvocato torinese Bruno Segre, partigiano di Giustizia e Libertà e protagonista della lotta per i diritti civili, parla – tra molti argomenti – della minaccia neofascista. Afferma Segre: “Non penso possano tornare la violenza nera, l’olio di ricino, le botte, il confino e il lager. Se parlavi sotto i portici di Piazza Castello con altre due persone, si avvicinava un tizio che magari fingeva di leggere il giornale e ti spiava, era tutto delazione, inganno, agguato. Non accadrà mai più, ma non dobbiamo allentare l’attenzione”.
Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma, commenta i dati Eurispes diffusi ieri. Al Corriere dice: “La diffusione delle tesi negazioniste testimonia l’urgenza di una profonda riflessione da parte dell’intera società civile, istituzioni e mondo della cultura in testa”.
“Con noi la città che non odia”. Grande successo, a Napoli, per l’iniziativa di Memoria della Comunità ebraica in ricordo delle vittime napoletane della Shoah. Oltre un migliaio, come racconta tra gli altri il Mattino, i cittadini di ogni provenienza che hanno partecipato.
Sul Corriere dello Sport si torna a parlare della task force contro il razzismo nel calcio che vedrà assieme Figc e UCEI. Italo Cucci, editorialista ed ex direttore del quotidiano, tratta il tema dentro e fuori gli stadi: “Tornano anche gli antisemiti. A volte di nascosto, vigliacchi anche quando si esibiscono contro i deboli indifesi”.
Il fiorino d’oro, massimo riconoscimento di Firenze, alla casa editrice ebraica La Giuntina. La proposta è del presidente dell’Istituto storico toscano della Resistenza, che ha scritto al sindaco Dario Nardella (Corriere Fiorentino).
Alcuni ragazzi delle giovanili del Milan hanno visitato il Memoriale della Shoah cittadino, accolti dal presidente Roberto Jarach. “Il club – riferisce la Gazzetta – ha donato la maglia al familiari del mediano rossonero Ferdinando Valletti, deportato e sopravvissuto agli orrori nazisti”.
Indecente articolo di Barbara Spinelli che, sul Fatto Quotidiano, a proposito del recente piano Usa, evoca il concetto di apartheid israeliano contro i palestinesi.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(31 gennaio 2020)