Intellettuali in tempo di crisi

bidussa“Ascoltando, infatti, le grida d’allegria che salivano dalla città, Rieux ricordava che quell’allegria era sempre minacciata: lui sapeva quello che ignorava la folla e che si può leggere nei libri, ossia che il bacillo della peste non muore né scompare mai, che può restare per decine di anni addormentato nei mobili e nella biancheria, che aspetta pazientemente nelle camere, nelle cantine, nelle valige, nei fazzoletti, e nelle cartacce e che forse verrebbe giorno in cui, sventura e insegnamento degli uomini, la peste avrebbe svegliato i suoi sorci per mandarli a morire in una città felice”.
Sono le parole con cui Albert Camus chiude La peste, libro che ogni tanto bisognerebbe riaprire. Lettura interessante, non solo per la peste, ma anche per la funzione degli intellettuali in un tempo di crisi.

David Bidussa, storico sociale delle idee