“Dialogo, una sfida da rafforzare”
Le attività e le buone pratiche realizzate in vari contesti italiani. I rapporti tra confessioni religiose e istituzioni sensibili al tema dei diritti e delle libertà religiose. Il pluralismo religioso nell’informazione tra spazi, notizie e pregiudizi.
Tre i temi portanti del convegno sul ruolo e le prospettive del Dialogo organizzato dal Tavolo interreligioso di Roma (realtà di cui fa parte anche l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane), in collaborazione con la Fondazione Maitreya-Istituto di cultura buddhista e con il patrocinio del Municipio Roma I Centro.
Una sfida stringente, in un’Italia che cambia e in cui – si ricordava oggi presso la sala convegni dell’Ara Pacis – l’impatto a livello numerico della ‘diversità’ si fa consistente. “Non si tratta soltanto di immigrati provenenti da altri Paesi e continenti con il proprio background culturale e religioso, la cui presenza si sta avvicinando alla massa critica del 9% indicata dai sociologi come soglia di crisi per l’integrazione, ma anche di numerosi cittadini di origine italiana, circa il 2,9%, che hanno nel corso del tempo aderito ad altre esperienze religiose. Tutto questo – è stato spiegato – pone la necessità di confrontarci con le diversità religiose che convivono nel nostro Paese e che possono offrire un apporto costruttivo alla creazione di nuove convivenze”.
Al centro della mattinata – apertasi con i saluti di Sabrina Alfonsi, presidente del primo Municipio; del presidente emerito del Tavolo interreligioso Paola Gabbrielli e dell’attuale presidente Maria Angela Falà – anche una prospettiva ebraica sul Dialogo e sulla strada tracciata in questi anni. Intervenendo su delega della presidente Noemi Di Segni, il segretario generale UCEI Uriel Perugia ha ricordato la necessità di uno sforzo sempre più serrato in questo senso anche alla luce dell’avanzata, in tutta la società italiana, di “odio e parole ostili”. Un’esigenza quindi non procrastinabile. E un cammino all’insegno dell’incontro tra esperienze che nel complesso è stato valutato in modo più che soddisfacente. “Oggi siamo qui, tante voci e tante identità a confronto. Restano delle criticità aperte, senz’altro. Ma le principali sono state messe alle spalle. E questo – ha detto Perugia – è un fatto di enorme significato”. Ad essere citato il recente editoriale di Dacia Maraini, che sul Corriere ha gettato più di un’ombra sul Vecchio Testamento e sul suo lascito valoriale. Parole inaccettabili, condannate con forza dai vertici della Chiesa cattolica. “Un altro fatto – ha osservato Perugia – che è di grande importanza”.
(3 febbraio 2020)