Gaza, l’escalation di violenza da evitare
L’esercito israeliano rinforzerà le batterie dell’Iron Dome nella regione meridionale del paese a causa della minaccia del protrarsi di lanci di razzi da parte dei gruppi terroristici della Striscia di Gaza. Secondo il sito di informazione Walla News, l’establishment della Difesa è preoccupato che, sotto la pressione dell’Iran, il gruppo terroristico della Jihad islamica palestinese sfrutti la situazione di instabile equilibrio nella Striscia di Gaza per continuare ad aggredire Israele.
Dopo settimane di calma relativa sul confine con la Striscia, le tensioni sono aumentate con l’uccisione a gennaio del generale iraniano Qassem Soleimani, eliminato dagli Stati Uniti, e con lo svelamento del piano di pace del presidente Usa Donald Trump, respinto dal mondo palestinese. Un rifiuto che i terroristi hanno tradotto negli ultimi giorni in razzi, mortai e palloncini esplosivi diretti contro la popolazione israeliana. Secondo i media locali, Hamas – impegnato con Israele in una lunga trattativa per un possibile cessate il fuoco prolungato – potrebbe aver sostenuto la recente escalation mentre in precedenza si era tenuto fuori dalle violenze. Questo per pressioni esterne. A spingere il gruppo terroristico a muoversi sarebbe infatti la pressione dell’altro partito del terrore, la Jihad islamica, che da tempo ne contende il potere a Gaza e ha trovato nel malcontento per il piano di pace Usa una giustificazione per aggredire. Il gruppo è finanziato dall’Iran, che, spiega il Jerusalem Post, sta facendo pressione sia sul Jihad Islamica che su Hamas affinché compiano attacchi contro Israele come forma di vendetta dell’assassinio di Soleimani e per influenzare la terza campagna elettorale israeliana.
Secondo Walla, l’establishment della Difesa è preoccupato che la Jihad islamica approfitti dell’incapacità di Hamas di trattenerlo per spingere sull’acceleratore e aumentare la portata dell’aggressione contro Israele. “L’escalation nel sud, iniziata giovedì, è uno di quegli eventi nell’arena palestinese che si è ripetuta nell’ultimo anno come se fosse un algoritmo digitale che gestisce i protagonisti nell’area meridionale. Tutte le parti conoscono le regole e tutti hanno una buona ragione per seguirle, anche se i risultati sono noti e ripetitivi e tutti li sanno in qualche misura”, scrive su Yedioth Ahronoth Ron Ben-Yishai sottolineando come il ciclo di violenza non rappresenti nulla di nuovo. Secondo Ben-Yishai Israele e Hamas assieme agli egiziani lavoreranno per un obiettivo comune, mantenere la calma e cercheranno quindi di sedare l’irruenza della Jihad islamica.