“Una casa per tutti gli ebrei sefarditi”

È il 1492 quando i reali di Spagna decretano la cacciata (o in alternativa la conversione forzata) di ogni cittadino ebreo sotto la loro giurisdizione. Fu quello l’epilogo, molto spesso nel sangue, di una lunga storia di integrazione e contributo al progresso collettivo. Non pochi, tra quanti scelsero la fuga, arrivarono poi in Italia. Tra gli alti e bassi di quel tempo fu per loro un nuovo inizio, lontano dalla terra d’origine. Vivo restò in ogni caso l’antico legame, conservato attraverso specifici usi, costumi e tradizioni.
Ad alimentare questa memoria è anche la neonata Federazione Sefardita Italiana (Fesei), che raccoglie le associazioni “I Love Libia” e l“Associazione Sefardita Italiana” ed è guidata dallo psicanalista David Gerbi, ebreo libico sfuggito alle persecuzioni degli Anni Sessanta del secolo scorso. Da tempo al centro di progetti che stimolano la comprensione di quel mondo e delle sue peculiarità, Gerbi si è rivolto alla Federazione Sefardita Mondiale, che ha sede a Gerusalemme, e contestualmente all’acquisizione della cittadinanza spagnola si è attivato per aprire una sezione italiana con tutti i requisiti. Un traguardo festeggiato appena pochi giorni fa.
Racconta Gerbi: “Nella serata inaugurale della Federazione, subito prima della lettura dello Statuto e della relativa sottoscrizione da parte dei fondatori e di numerosi sostenitori, tutti i partecipanti hanno potuto presentarsi e raccontare le loro storie personali. Ne è nato un racconto corale, che ha idealmente ripercorso le grandi tragedie degli ebrei nel secolo scorso: la Shoah, la cacciata dai Paesi arabi a seguito delle guerre dopo la costituzione dello Stato di Israele, fino all’attentato di terroristi palestinesi alla sinagoga di Roma”. Hanno infatti parlato figli di sopravvissuti alla Shoah, ma anche giovani, orgogliosi della loro appartenenza e pilastro della memoria e del futuro. “Il loro ruolo all’interno della Federazione – aggiunge Gerbi – sarà una spinta vitale e insostituibile per conservare la ricchezza spirituale e i valori morali dell’ebraismo, insieme all’eredità dell’ebraismo sefardita, in tutte le sue peculiari e sfaccettate sfumature”. Come si ricorda nello Statuto, nella storia passata il popolo ebraico “ha subito persecuzioni, cacciate, confische e sofferenze”. Ma nonostante questo lo sguardo della Federazione “è rivolto alla promozione di iniziative culturali di coesistenza pacifica, dialogo interreligioso e di incontro interculturale”.
A conferma di questo impegno, Gerbi guiderà una delegazione che dall’Italia volerà in Egitto per partecipare, nei prossimi giorni, alla cerimonia di reinaugurazione dell’antica sinagoga di Alessandria da poco restaurata. “Una giornata – afferma – che si annuncia storica”.

(4 febbraio 2020)