L’uso del linguaggio

calimani darioÈ morto George Steiner, uno studioso eclettico e profondo come pochi. Non sempre apprezzato dal mondo accademico più legato alla conservazione, anche quando la loro tradizione mostrava segni di stantio. Merito a lui.
Costante è la sua riflessione sull’uso del linguaggio, stimolata non poco dalla tragedia della Shoah. La politica (e la storia) ha messo il linguaggio al proprio servizio, lo ha svalutato e deumanizzato. Di fronte alla strumentalizzazione politica di cui è oggetto, il linguaggio può reagire cercando di rappresentare la disumanità del tempo modellandosi sul paradigma della crisi. Ma forse la più efficace forma di difesa e di protesta insieme è quella che imbocca il percorso che si rivolge al silenzio. Il linguaggio stereotipato e straniato prodotto dalla disumanità del reale, il linguaggio depotenziato, svuotato di significato e reso schiavo della sopraffazione e della dittatura si ribella annullandosi, in attesa di tempi migliori. È la ‘retorica suicida del silenzio’.
Chissà se Steiner ha riflettuto di recente sul linguaggio della nostra politica odierna.

Dario Calimani, Università di Venezia

(4 febbraio 2020)