“Dal Senato un segnale importante,
mozione unitaria opportunità non colta”
“Questa mattina l’aula del Senato è stata chiamata ad esprimersi su alcune mozioni relative all’implementazione di politiche di Memoria più stringenti ed efficaci con il parere positivo della maggioranza dell’aula a tutte e tre le mozioni presentate dalle diverse forze politiche. In particolar modo il riferimento è stato ai viaggi che ogni anno accompagnano gli studenti italiani nei luoghi dell’orrore e alle politiche educative. Un segnale importante, che impegnerà il Governo, da raccogliere e che non può che incontrare il nostro apprezzamento in un’epoca in cui parole e comportamenti di odio sembrano imperversare ad ogni livello mettendo a rischio conquiste democratiche e valoriali che ritenevamo consolidate.
Speriamo che gli assunti di queste mozioni – difesa della verità storica e lotta ad ogni forma di negazionismo – siano ascoltatati da tutti. È proprio per la complessità dei temi posti, che non devono essere oggetto di una dialettica politica, che avremmo apprezzato la presentazione di un’unica mozione con un testo pensato, scritto e votato collegialmente”.
Così la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni commentando il voto di tre diverse mozioni sulla Memoria della Shoah che hanno avuto il via libera dell’Aula del Senato. A presentarle esponenti di Lega, Forza Italia e Partito Democratico. Non presente in aula la senatrice a vita Liliana Segre.
Un’unica mozione, sottolinea Di Segni, avrebbe infatti dimostrato “un’unità di visione e intenti su un tema che impegna le coscienze di tutti e sul quale è auspicabile il più stretto raccordo con la commissione contro l’odio promossa dalla senatrice a vita Liliana Segre, con il coordinatore nazionale contro l’antisemitismo individuato nella figura della professoressa Milena Santerini e tenendo conto dell’adozione, da parte del Consiglio dei ministri, della definizione operativa di antisemitismo dell’International Holocaust Remembrance Alliance e della commissione dedicata presso il Miur”.
Nella prima mozione, che ha come primo firmatario il leader leghista Matteo Salvini, si legge: “In un’epoca dove stanno riaffiorando sempre più frequentemente sentimenti di odio razziale, soprattutto antisemita, è di fondamentale importanza far conoscere alle nuove generazioni l’inumana esperienza a cui è stata sottoposta una larga parte di popolazione ebraica, e non solo, perché è di fondamentale importanza non dimenticare e vigilare sempre affinché anche il minimo impulso antirazziale venga identificato per tempo ed annientato”. Viene inoltre affermato: “Chiunque abbia visitato uno dei diversi campi di concentramento in Europa non riesce a dimenticare quello che ha visto, si esce cambiati dentro e non si può che rifiutare e condannare qualsiasi atteggiamento antirazziale, da qui l’importanza didattica di organizzare questi ‘viaggi della memoria’ nei campi di concentramento da parte delle scuole”.
Nella mozione leghista viene anche sottolineato: “Già esistono progetti simili, a livello sia nazionale che regionale, che però, viste le limitate risorse stanziate ogni anno, possono coinvolgere soltanto un numero molto limitato di studenti. Si ritiene invece necessario, ai fini della maturazione di una piena coscienza di rifiuto di qualsiasi forma di odio razziale, assicurare a più studenti possibile quest’importantissima esperienza di crescita e formazione. È perciò fondamentale, in quest’ottica, prevedere una forma di finanziamento maggiore, rispetto all’attuale, a favore delle scuole secondarie di secondo grado che intendano effettuare i viaggi della memoria”. L’impegno richiesto al governo è di “promuovere iniziative volte a coinvolgere un numero più ampio possibile di studenti, anche attraverso adeguati contributi economici volti ad assicurare alle giovani generazioni la fondamentale esperienza formativa dei viaggi della memoria nei campi di sterminio nazisti”.
“Il portale Skuola.net – si legge nella seconda mozione, con prima firmataria la senatrice forzista Anna Maria Bernini – ha intervistato 3.000 studenti di scuole medie e superiori e ha scoperto che il 37 per cento dei ragazzi intervistati non ha idea di come sia morto Adolf Hitler (suicida nel suo bunker di Berlino), percentuale che sale al 54 per cento, se si analizzano solamente le risposte degli studenti delle scuole medie; il 33 per cento, poi, non sa dove si trovi Auschwitz (alle medie si arriva al 50 per cento): tra le alternative, il 19 per cento lo colloca in Germania, l’8 per cento in Austria; e ancora, oltre il 20 per cento non conosce il motivo per il quale si celebri la Giornata della Memoria il 27 gennaio; solo il 67 per cento sa che la scritta “Il lavoro rende liberi” (Arbeit macht frei) era affissa all’entrata di Auschwitz e altri lager nazisti; per un ragazzo su due la colpa di ciò sarebbe da attribuire in primis alla scuola; secondo gli studenti, infatti, negli istituti l’argomento si tratta poco o male”. Per i proponenti della mozione “la scuola fa troppo poco” o comunque “non basta ciò che fa”.
L’impegno richiesto al governo è di “intraprendere azioni efficaci, affinché la Giornata della Memoria non sia dimenticata, ma prosegua con vigore negli anni, trovando anche nuovi modi di comunicare, nella consapevolezza che le testimonianze dei sopravvissuti, i racconti, i documenti e la storia debbono essere le fonti utili non solo per il presente, ma anche per le generazioni future, affinché un tale orrore storico non abbia a ripetersi”. E inoltre di “prevedere l’assegnazione di risorse annuali ai Comuni, che promuovono iniziative e progetti per la celebrazione della Giornata della Memoria”.
La terza mozione aveva come primo firmatario il senatore democratico Andrea Marcucci e faceva riferimento a diverse iniziative intraprese dal governo, anche in collaborazione con i vertici dell’ebraismo italiano. Ad essere citati inoltre i dati emersi dalle indagini della Fondazione Cdec e dell’istituto di ricerca Swg (in collaborazione con Pagine Ebraiche). Tra i punti sottolineati nella mozione i seguenti concetti: “Il documento dell’Ihra fa riferimento in modo preciso, nelle esemplificazioni di comportamenti che costituiscono atti di antisemitismo, a una serie di situazioni tra cui il negazionismo e la banalizzazione della Shoah; il fenomeno dell’odio antisemita e la didattica della Shoah vanno affrontati con un approccio che tenga conto della complessità del fenomeno, che non sia focalizzato su una singola iniziativa, per quanto importante; fondamentale e non più procrastinabile è la verifica del quadro normativo in materia di negazionismo, di apologia del fascismo, di requisiti e prove per la benemerenza da parte dei perseguitati del regime nazifascista e dei reati commessi con l’aggravante dell’odio razziale”.
La mozione presentata dal Pd, con il sostegno di esponenti dei Cinquestelle e del Gruppo Misto, impegna il governo su sei punti: “A sostenere, anche mediante assegnazione di risorse, le istituzioni e i luoghi dedicati alla memoria, nel loro compito di conservazione e trasmissione del ricordo, al fine di prevenire e contrastare i fenomeni di antisemitismo; a sostenere e promuovere la digitalizzazione degli archivi contenenti i documenti originali relativi alle leggi razziali, alla discriminazione e alla deportazione e la mappatura di tutti i campi di prigionia e sterminio in Italia; a elaborare e aggiornare, di concerto con la coordinatrice per la lotta contro l’antisemitismo e con le società scientifiche degli storici, linee guida per le scuole di ogni ordine e grado e le università sui contenuti e i percorsi educativi specificatamente dedicati all’antisemitismo e alla memoria della Shoah, al fine di integrare i corsi di studio universitari e l’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole di ogni ordine e grado; ad adottare le iniziative necessarie affinché le università inseriscano la lotta all’antisemitismo negli obiettivi della cosiddetta terza missione, da realizzare in modo interdisciplinare; a promuovere, di concerto con la coordinatrice per la lotta contro l’antisemitismo, le iniziative legate alla lotta all’antisemitismo, anche attraverso il coinvolgimento di tutte le istituzioni territoriali, a livello regionale, provinciale e comunale, in modo che sulle stesse iniziative possano instaurarsi forme di coordinamento utili alla moltiplicazione della diffusione dei loro contenuti; a continuare a promuovere e sostenere, anche mediante assegnazione di risorse, i viaggi della memoria”.
(5 febbraio 2020)