Wizo, un secolo di impegno
per il sociale e la solidarietà

La Wizo compie cento anni e non li dimostra. Un’occasione speciale per un migliaio di donne ebree provenienti da tutto il mondo è stato l’Enlarged General Meeting svoltosi a Tel Aviv nelle scorse settimane.
Emozionante la serata, nella cornice dell’Università Ebraica di Gerusalemme sul Monte Scopus, nella quale le federazioni e le loro presidenti si sono presentate ad una platea tutta al femminile per raccontare il loro capillare lavoro nel mondo a sostegno di donne e bambini.
Le delegate della Wizo, presente in ben 40 paesi, si riuniscono ogni quattro anni in Israele per fare un bilancio sulle attività dell’associazione a livello internazionale. Tanti i temi affrontati come le strategie di fundraising per continuare a sostenere i numerosi progetti che sono di forte impatto sulla società israeliana, le piaghe dell’antisemitismo, dell’antisionismo e del movimento Bds.Continuerà a coordinare l’associazione a livello internazionale per i prossimi quattro anni Esther Mor, socia storica della Wizo, già presidente nel precedente mandato, confermata ora World Wizo President. Eletta anche la nuova Chaiperson: è Anita Fiedman, membro dell’associazione da ben 25 anni.
“Nel suo nome – ha dichiarato la presidente Mor – la Wizo contiene la lettera ‘w’, l’iniziale della parola ‘we’, quindi solo ‘noi’ tutte insieme possiamo rafforzare sempre più la nostra associazione. La cifra della Wizo non è solo nel fatto che ha 250mila iscritte ma nella capacità di fare squadra e di portare avanti insieme finalità ed obiettivi”.
La Federazione italiana Adei Wizo è stata rappresentata da otto consigliere e dalla presidente nazionale Susanna Sciaky, che ha messo in evidenza l’importanza di partecipare all’Egm: “Si tratta di un appuntamento di respiro internazionale che ci consente di andare a vedere di persona la realizzazione dei progetti per i quali si lavora durante tutto l’anno”. Sono molti infatti i progetti innovativi sostenuti grazie all’impegno delle donne della Wizo, come l’assistenza ai ragazzi senza fissa dimora di Haifa, la casa famiglia per le donne abusate di Ramat Gan, il sostegno alle giovani famiglie di Sderoth.
“Ci siamo ritrovate – prosegue Sciaky – per festeggiare i 100 anni della Wizo e per confrontarci dopo un anno di lavoro. Abbiamo potuto visitare le realtà che sosteniamo a distanza ed è stato profondamente toccante. Tra i tanti progetti di grande valore che sosteniamo la struttura di Maakom Balev, a Beer Sheva. Un luogo sicuro dove bambine e ragazze fino a 25 anni con storie drammatiche alle spalle (stupri, droga o prostituzione) possono trovare aiuto, cura, sicurezza. Guardare negli occhi queste bambine e queste ragazze basta per capire dove ci porta il cuore e dove bisogna agire”.
Altri progetti sono assolutamente innovativi come l’asilo che la Wizo sta aprendo all’interno di uno stabilimento industriale. In quella struttura operai ebrei, palestinesi, drusi e beduini lavorano pacificamente fianco a fianco e possono pregare, secondo la loro religione, nella sinagoga o nella moschea che si trovano nel loro luogo di lavoro.
“La prossima apertura di un asilo nido per i figli dei dipendenti della Sodastream – prosegue Sciaky – è importante perché consente alle operaie ebree, beduine, palestinesi e druse di mantenere il posto di lavoro e di conseguenza garantisce la loro indipendenza e crescita sociale. Nonostante sia ferocemente osteggiata dal Bds, la fabbrica continua ad esportare a testa alta i suoi prodotti made in Israel in tutto il mondo”.
La Wizo ha tra le sue volontarie donne di tutte le età: socie storiche piene di risorse e molte giovani aviv fortemente motivate.
La storia della Wizo inizia nell’estate del 1920 grazie alla trentenne Rebecca Sieff che, insieme a Vera Weizman, Edith Eder e Romana Goodman, fonda l’Organizzazione Donne Ebree Sioniste. Da allora la Wizo non si è più fermata e oggi 250mila donne ebree sparse in tutto il mondo (di cui 6mila solo in Israele) mettono a disposizione tempo e risorse per venire incontro, attraverso i progetti realizzati in Israele, alle necessità di migliaia di donne, di bambini e di giovani in difficoltà, creando per loro nuove opportunità di vita. Un impegno sempre più forte e qualificato, di ottimo auspicio per il cammino di una associazione che ha appena varcato – con grande entusiasmo – la soglia del suo primo secolo di vita.

Giovanna Micaglio Ben Amozegh

(6 febbraio 2020)