Tre attacchi contro israeliani e Hamas incita alla violenza
Tre attacchi terroristici palestinesi in tre luoghi diversi contro le forze di sicurezza israeliana. È il bilancio dell’escalation di violenza di ieri in Israele e Cisgiordania, con scontri sempre più accesi e nuove vittime (La Stampa). “Hamas celebra la giornata di violenza – scrive il Corriere – come una risposta al ‘piano di distruzione progettato da Donald Trump’. E dalla Striscia di Gaza permette, anche se per ora l’organizzazione non sembra partecipare, alle altre fazioni di riprendere il lancio di razzi e i tiri di mortaio contro i villaggi e le città israeliane”. Di fronte a queste tensioni, il Giornale condanna il tentativo del ministro degli Esteri Ue di far passare una mozione contro il progetto Trump. Mozione bocciata per l’opposizione di sei stati tra cui l’Italia.
Convincere i palestinesi a trattare. “Ai nostri amici e alleati arabi chiediamo di lavorare con i palestinesi affinché vengano al tavolo, guardino seriamente il piano, e parlino con Israele per avviare i negoziati diretti. Anche l’Italia ha fatto una dichiarazione molto incoraggiante. In Medio Oriente non avremo mai la pace con le risoluzioni Onu, ma solo con le trattative fra le due parti. I leader palestinesi dovrebbe fare uno sforzo onesto per dare uno Stato al loro popolo: se Israele è d’accordo, non è giusto non venire al tavolo”, lo afferma la portavoce del dipartimento di Stato Usa Morgan Ortagus in un’intervista oggi su La Stampa in cui promuove il piano di pace presentato dal Presidente Usa Trump e spiega che anche l’Italia può avere un ruolo di mediatore. Secondo Ortagus elementi positivi del piano sono che Israele “ha accettato l’esistenza di uno Stato palestinese” e la previsione di finanziamenti che puntano a migliorare la situazione economica dei palestinesi.
Germania, con gli estremisti non si governa. Thomas Kemmerich è stato costretto a lasciare l’incarico di governatore della Turingia meno di 24 ore dopo essere stato eletto per aver accettato l’appoggio esterno dell’estrema destra dell’Afd. Un gesto “imperdonabile” che rappresenta un “giorno nero per la democrazia tedesca”, aveva commentato la cancelliera Angela Merkel dal Sud Africa dove è in visita, provocando il passo indietro di Kemmerich. “Lo sdoganamento da parte dei cristiano-democratici e liberai-democratici di un partito come l’AfD che in Turingia non nasconde i suoi sentimenti sfacciatamente nostalgici e negazionisti . riflette La Stampa -, ha rappresentato un caso senza precedenti nella storia del Paese e non mancherà di provocare traumi e paure anche a livello federale”.
Kirk, storia di un riscatto sociale. I quotidiani italiani continuano a ricordare l’attore Kirk Douglas, scomparso all’età di 103 anni (La Stampa, Foglio). Figlio di immigrati ebrei bielorussi, esordì nel cinema nel 1946 dopo aver combattuto la povertà. “Si rischia di cadere nella psicologia spicciola, – scrive il Corriere – ma non si possono dimenticare le condizioni in cui Issur Danielovitch Demsky divenne Kirk Douglas: più che la povertà del ‘figlio del venditore di stracci’, fu la determinazione con cui la madre lo incitò a studiare, unico figlio maschio tra sei femmine. E non è un caso che quando il successo lo spinse a creare la propria casa di produzione decise di chiamarla Bryna, proprio come la madre”.
Il caso Volpi. II fondatore della Mostra del Cinema, il conte Giuseppe Volpi, votò nel 1938 per le leggi razziali e per questo c’è chi chiede di sospendere il premio intitolato a suo nome per un approfondimento storico sulla sua figura. “Mio nonno si è sposato due volte – racconta la nipote Marina Cicogna al Corriere del Veneto – e tutte e due con due donne ebree per parte di madre. Sia mia madre che mia zia si sono sempre sentite ebree e tutti in famiglia abbiamo sempre detto che quel po’ di cervello che abbiamo lo dobbiamo al po’ di sangue ebreo che ci scorre nelle vene. Mio nonno è stato sicuramente uno che era interessato a fare una grande carriera, ma aveva un pessimo rapporto con Mussolini. Vogliamo cancellare la memoria di Volpi dalla Mostra? A questa gente piace distruggere tutto”. La comunità ebraica di Venezia “prende atto” di questa sensibilità, anche se precisa, scrive il Corriere: “il curriculum di Volpi è uno dei tanti della classe dirigente italiana che approfittarono delle leggi razziali per la scalata sociale. Indipendentemente dalle intuizioni di Volpi sull’industrializzazione del polo chimico e sulla Mostra del Cinema, un approfondimento sul suo ruolo nella vicenda delle leggi razziali sarebbe importante”.
La lezione di Lea. “Certo non mi fa piacere constatare il ritorno dell’odio razziale e mi fa anche un po’ paura. Per questo bisogna lottare, farsi conoscere e non smettere mai di studiare e di pensare con la propria testa”, così Lea Polgar, scampata alle persecuzioni nazifasciste a Roma, raccontando i segni di quell’esperienza davanti a 1.500 ragazzi provenienti da 30 istituti della Capitale (Avvenire).
Odio. La denuncia del ministro dell’Interno Lamorgese rispetto alla “emergenza odio in Italia” non piace ad alcuni. Alla Meloni, scrive Repubblica, secondo cui non c’è neanche un problema razzismo. Per Vittorio Feltri (Libero) “Colpevolizzare il linguaggio è una operazione cretina” e “semmai vanno condannati coloro che ciarlano a vanvera e insultano sistematicamente chi la pensa diversamente dai bischeri di sinistra, i veri odiatori”. Intanto, racconta il Corriere del Veneto, il gip di Vicenza ha imposto il divieto di dimora – e quindi l’allontanamento da casa – a una famiglia composta da un cinquantenne, sua moglie e la figlia. Sono accusati di stalking e lesioni nei confronti dei vicini di casa, con l’aggravante dei motivi razziali. Vittima una famiglia ghanese che sarebbe stata minacciata e insultata (con epiteti come “scimmie”) oltre che aggredita fisicamente.
L’arcivescovo al Memoriale. L’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, ha visitato il Memoriale della Shoah della città assieme alla senatrice Liliana Segre e accompagnati dal presidente del Memoriale Roberto Jarach, e dalla coordinatrice per la lotta contro l’antisemitismo Milena Santerini (Avvenire Milano).
Daniel Reichel