“La giustizia non è vendetta
ma riconciliazione sociale”

rassegnaIl ruolo e l’impegno della Consulta, il significato della giustizia nella società, l’attuale dibattito sulla prescrizione. Sono alcuni dei temi toccati dalla presidente della Corte costituzionale Marta Cartabia nella sua prima intervista da quando ha assunto l’incarico. A pubblicarla, il quotidiano Repubblica. “La giustizia – spiega in uno dei passaggi la presidente della Consulta – deve sempre esprimere un volto umano: ciò significa anzitutto, come dice l’articolo 27 della Costituzione, che la pena non deve mai essere contraria al senso di umanità; ma anche che la giustizia deve essere capace di tenere conto e bilanciare le esigenze di tutti: la sicurezza sociale, il bisogno di giustizia delle vittime e lo scopo ultimo della pena che è quello di recuperare, riappacificare, permettere di ricominciare anche a chi ha sbagliato”. E ancora: “La giustizia giusta è riconciliazione, non vendetta. Perché la giustizia vendicativa – ce lo insegna la tragedia greca, in particolare l’Orestea di Eschilo – distrugge insieme gli individui e la polis, mentre una giustizia riconciliativa realizza l’armonia sociale”.

Missili da Gaza, la reazione d’Israele. L’esercito israeliano ha colpito nella notte obiettivi del movimento terroristico di Hamas nel centro di Gaza, in risposta al lancio di due razzi sparati dalla Striscia contro il sud di Israele.

Valdesi ed ebrei contro l’odio. Comunità valdese ed ebraica ricordano insieme in questi giorni l’Editto di Carlo Alberto che nel 1848 diede l’Emancipazione alle due minoranze nel Regno sabaudo. “Una fiaccola di libertà”, scrive oggi sul Fatto Eugenio Bernardini, già Moderatore della Tavola valdese, sottolineando come quest’anno le celebrazioni di quell’avvenimento saranno dedicate “all’impegno contro l’antisemitismo e la deriva dell’odio”. In particolare domani la Città, assieme a Comunità ebraica e valdese, ha organizzato davanti al Comune un incontro per dire no a discriminazioni e violenze.

Vera e la battaglia per difendere il presente. “Vedo nuove forme striscianti di fascismo, di fanatismo, di razzismo. Penso alle scritte sulle porte degli italiani di origine ebraica ma anche all’ondata di odio nei confronti degli immigrati. Penso alla derubricazione del valore del lavoro, allo sfruttamento dei più deboli. Alle crisi e alle fragilità economiche che portano quasi sempre alla ricerca di un capro espiatorio sul quale indirizzare malcontento e avversione. Tutte queste cose ci sono già. Si stanno generando quelle circostanze che possono generare rifiuto e ostilità e far dimenticare ciò che è successo in passato. II passo verso persecuzioni più o meno strutturate, in queste condizioni, può essere breve”. Sono le preoccupazioni di Vera Vigevani Jarach, la cui vita è stata segnata dai totalitarismi (il fascismo italiano e la dittatura militare argentina), in un’intervista pubblicata oggi da L’Espresso.

Il fascismo fa rete. Su L’Espresso si denuncia l’esistenza di una rete suprematista internazionale, con ramificazioni anche in Italia, che su Telegram e altri canali digitali incita a colpire gli ebrei e gli immigrati. Questa rete, scrive la rivista intervistando il comandante del Ros Pasquale Angelosanto, potrebbe essere legata alla recente escalation di episodi antisemiti in Italia. Per Furio Colombo (Fatto Quotidiano) gli atti di vandalismo nazista e antisemita nel nostro Paese sono il frutto dello sdoganamento dell’odio e di una cultura revisionista promossa da alcuni partiti di destra.

Più storia. Rispondendo alle preoccupazioni di un lettore davanti al negazionismo della Shoah, Corrado Augias su Repubblica sottolinea la necessità di un maggiore studio della Storia contemporanea. Ne avrebbe sicuramente bisogno l’autore di una delirante lettera pubblicata oggi dal Corriere secondo cui le Leggi razziali sono da condannare ma in Italia “fino al 25 luglio 1943 a nessun ebreo fu fatto del male”.

A tutela delle Pietre d’inciampo. “Mi pare del tutto fuorviante proporre la commemorazione con le “Pietre d’Inciampo” per quanti subirono violenze di qualunque altro tipo e in qualunque altra epoca. II progetto “Pietre d’Inciampo” è estremamente preciso e proprio per questo ha raggiunto le caratteristiche attuali di monumento diffuso pan-europeo: la persecuzione nazi-fascista, sia pure tenuto conto delle realtà locali, ha espresso la sua azione perversa in tutti i Paesi che nel periodo 1939-1945 sono stati occupati”. Lo scrive Marco Steiner, presidente Comitato per le Pietre d’Inciampo di Milano, in una lettera al direttore di Avvenire Marco Tarquini in cui spiega perché l’iniziativa di Giorgia Meloni e del suo partito Fratelli d’Italia di realizzare pietre d’inciampo per le vittime delle foibe distorce il significato del progetto ideato dall’artista tedesco Gunter Demning.

Cittadini di Assisi. Il Consiglio comunale di Assisi ha deciso all’unanimità di conferire la cittadinanza onoraria a tutti i sopravvissuti italiani alla Shoah (Osservatore Romano). Il sindaco Stefania Proietti – si legge in una nota del Comune – ha anche ricordato l’impegno a sostenere il percorso della Commissione del Senato contro il razzismo e l’antisemitismo “per coltivare la memoria contro tutti i totalitarismi, contro i crimini compiuti nelle guerre, contro le leggi razziali, contro la persecuzione degli ebrei e in ricordo della Shoah, dell’esodo di Giuliano-Dalmati, dei massacri delle Foibe, e di ogni altro eccidio”.

Segnalibro. Dalle scuse alla ricostruzione nomi dei nomi e dei volti di chi fu vittima delle Leggi razziste: in libreria arriva Vite sospese. 1938. Università ed ebrei a Pisa, curato da Michele Emdin, Barbara Henry, Ilaria Pavan e dedicato a ricostruire le storie degli ebrei cacciati all’accademia toscana. Sul Domenicale del Sole 24 Ore, la prefazione a firma di Salvatore Settis del volume. La tragedia della democrazia e dell’ebraismo in Europa è invece quanto raccontano le lettere che Walter Benjamin e Gershorn Scholem si scambiarono tra il 1932 e il 1940, raccolte nel volume Archivio e camera oscura (Adelphi), presentato oggi da Repubblica. Dell’orrore della Shoah scrive Eva Fahidi, sopravvissuta ungherese ai lager nazisti, nel suo libro testimonianza L’anima delle cose pubblicato in Germani nel 2004 e ora in Italia da Della Porta (Repubblica Firenze). In Israele esce il volume La Gerusalemme di Oz, a cura dell’architetto David Kroyanker, amico del grande scrittore scomparso nel dicembre 2018. Nel libro, come riporta il Corriere Lettura, viene presentata tramite storie e immagini la Gerusalemme raccontata e vissuta da Oz.

Appuntamenti. Questa mattina al Franco Parenti Haim Baharier esplora le radici dell’antisemitismo occidentale (Repubblica Milano). Sempre al Parenti, riporta il Corriere Lettura, si terrà dal 27 febbraio al Primo marzo la sesta edizione de I Boreali. Nordic Festival, rassegna organizzata dalla casa editrice Iperborea dedicata alla cultura dei Paesi nordici. Ad inaugurare il Festival, l’autore olandese Jan Brokken che presenta, assieme ad Elena Loewenthal, il suo romanzo I Giusti (Iperborea) dedicato alla storia di Jan Zwartendijk, uomo d’affari che organizzò l’espatrio di oltre 8 mila ebrei per salvarli dalla sterminio nazista. Domani invece alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze verrà presentato, su iniziativa dell’Associazione Italia-Israele della città, il volume di Alessandra Tarquini, La sinistra italiana e gli ebrei. Socialismo, sionismo e antisemitismo dal 1892 al 1992, edito dal Mulino (Corriere Fiorentino).

Daniel Reichel