La Germania e la strage razzista
La ricostruzione della strage di Hanau, in Germania, e le riflessioni sull’odio razzista al centro dei quotidiani di oggi. Repubblica riassume così gli avvenimenti di mercoledì sera: “il 43enne Tobias Rathjen, sopraffatto dall’odio razzista che coltivava da tempo, si è infilato nella sua Bmw, si è diretto in due shisha-bar, i locali frequentatissimi dai turchi dove si fuma il narghilè, e ha aperto il fuoco alla cieca, massacrando nove persone, tutte straniere, tra cui una donna incinta, e ferendone altre. Sono cinque le vittime turche, alcune delle quali curde, e poi bosniaci, rumeni, bulgari. Avevano tra i 21 e i 44 anni. Molti, avevano il passaporto tedesco”. L’autore della strage aveva aperto un sito in cui dava sfogo alle sue deliranti tesi razziste, in cui invocava la “pulizia finale” per gli stranieri che “mettevano in pericolo la Germania” (Corriere della Sera). Le sue farneticazioni avevano trovato anche un altro luogo in cui esprimersi: youtube. “Una piattaforma dove lo stragista, aspirante impiegato di banca, cacciatore per hobby – riporta Repubblica – raccontava la sua vita. Un rullo di fallimenti e di fissazioni”. Tra queste, l’ossessione di dover “distruggere delle popolazioni” di 20 paesi, in primis Turchia, India, Israele.
La minaccia dell’estrema destra. Negli ultimi nove mesi in Germania ci sono stati tre attentati di estrema destra (Kassel, Halle, Hanau): a compierli, spiega il Corriere, cani sciolti che però fanno parte di un problema più ampio di riemersione della violenza neonazista, come dimostrano i diversi arresti compiuti dalle autorità nel paese. “Abbiamo sottovalutato il pericolo dell’estrema destra radicale”, avverte l’ex cancelliere federale Gerhard Schroeder. Sul Foglio, riflettendo sullo sdoganamento del partito di estrema destra AfD, Claudio Cerasa sottolinea che “Chi non condanna l’estremismo di destra è un pericolo per la nostra sicurezza”. Gian Enrico Rusconi, esperto germanista intervistato sulla tenuta democratica della Germania da Pagine Ebraiche, al Mattino spiega che il problema non è il nazismo “ma la xenofobia, il razzismo verso gli stranieri, che riguarda, sia pure con modalità diverse, un po’ tutta l’Europa”. Gad Lerner (Repubblica) parla invece di risveglio del “mostro nero che spaventa tedeschi e italiani”, ricordando l’episodio di Luca Traini a Macerata e ricorda le parole di Josef Schuster, presidente del Consiglio centrale degli ebrei di Germania, per cui “La polizia e la giustizia sembrano avere problemi di vista con l’occhio destro. Ora paghiamo il conto di un pericolo banalizzato e sottovalutato”. “Succede lo stesso anche da noi. – scrive Lerner – Con i leader della destra che rifiutano di assegnare la dovuta priorità a una pubblica mobilitazione contro l’odio tracimato dai social fin sui citofoni delle vittime e sulle lapidi dei partigiani”.
Jean Daniel (1920-2020). È scomparso all’età di 99 anni Jean Daniel, considerato tra i più grandi giornalisti francesi e fondatore del settimanale Le Nouvel Observateur. Tanti i quotidiani italiani che lo ricordano, a dimostrazione del riconoscimento del suo valore. Nato a Bilda, in Algeria, in una famiglia ebraica, “lo choc della vita gli piomba addosso il 7 ottobre 1940, data terribile per gli ebrei algerini. – racconta La Stampa – Il regime filo nazista di Vichy abroga il decreto Crémieux che dal 1870 accordava la naturalizzazione francese: è l’antisemitismo di Stato che sarà attuato con meticolosa ferocia dalla burocrazia francese e la deportazione di 75 mila ebrei”. Daniel scappa a Londra e si arruola nella 2° divisione blindata del generale Leclerc per liberare la Francia dai nazisti. Nel dopoguerra inizia la sua attività di giornalista, che lo porterà a intervistare presidenti (tra cui John Kennedy) e grandi intellettuali e a diventare una delle firme più importanti di Francia (Repubblica). “Un uomo che con la sola forza della sua plume ha fatto la storia”, scrive Mauro Zanon sul Foglio mentre su Repubblica Eugenio Scalfari racconta l’amicizia che lo legò a Daniel.
Israele verso le elezioni. Il 2 marzo si vota in Israele e i sondaggi sembrano presagire un nuovo stallo: né Benjamin Netanyahu (Likud) né Benny Gantz (Kachol Lavan) sembrano avere i numeri per formare da soli una coalizione di governo. A fare un ritratto dei due leader politici, il Corriere 7 di questa settimana. Netanyahu è descritto come il “mago che lotta per sopravvivere”, Gantz come il “generale freddo” che cerca di conquistare il paese.
Appuntamenti. Si avvia alla conclusione la Settimana della libertà dedicata quest’anno dalla Chiese protestanti al tema della lotta all’odio e all’antisemitismo. Tra le iniziative di chiusura, ricorda Avvenire, l’appuntamento di domenica a Roma (ore 17.00) con la partecipazione, fra gli altri, del presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia Luca Maria Negro e della presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni.
Milano e la mappa della Memoria. Dalle Pietre d’inciampo alle lapidi commemorative della Resistenza, Anpi e Aned hanno pubblicato una cartina che traccia i “Percorsi della Memoria all’interno del centro storico di Milano” (Repubblica Milano).
Segnalibro. Un secolo fa nasceva Paul Celan, celebre poeta ebreo rumeno. Lo ricorda oggi il Fatto Quotidiano. “Per farsi un’idea della sua vita ci sono PaulCelan. Biografia della giovinezza (Giuntina) di Israel Chalfen e la cronologia del volume di liriche nei Meridiani (Mondadori) a cura di Giuseppe Bevilacqua”, scrive il quotidiano.
Jciak. Recensioni positive per Hunters (Venerdì di Repubblica), la serie di Amazon Prime dedicata alla missione di un gruppo di cacciatori di nazisti che nel 1977 scopre una cospirazione di ex ufficiali di Hitler e cerca di smantellarla. Tra i protagonisti, Al Pacino. “Il suo Meyer Offerman – scrive La Stampa – è un ricco imprenditore naturalizzato americano, è ebreo, e dopo essersi ritirato dagli affari, decide di mettere insieme una squadra di cacciatori di nazisti”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked