Tra Gaza e Coronavirus,
Israele si prepara alle elezioni

Android_931ba0f4-328b-4331-ae77-c514051107d4A una settimana dalle elezioni, Israele riesce a far tornare la calma sul confine con Gaza ma guarda con attenzione agli sviluppi legati al coronavirus. Dopo 48 ore di scontri, con il lancio di decine di razzi contro la popolazione del Sud d’Israele, la Jihad islamica – il movimento terroristico palestinese responsabile dell’aggressione – ha annunciato il cessate il fuoco. E con il ritorno della calma, il Sud d’Israele sta tornando lentamente alla normalità: il traffico ferroviario che collegava le città meridionali è stato riattivato e le strade lungo il confine con Gaza sono state aperte al traffico civile. Le scuole di Ashkelon, Netivot, Sderot e dei consigli regionali circostanti sono però rimaste chiuse oggi per precauzione. Nella regione di Eshkol è ancora in vigore il divieto di raduni in aree aperte. Misure che le autorità hanno preso per tutelare la sicurezza dei cittadini. E di altre misure si parla molto in queste ore: quelle adottate per evitare o contenere il contagio da coronavirus. Come già anticipato su queste pagine, Israele ha chiuso le frontiere a tutti gli stranieri non residenti che abbiano soggiornato in Cina, in Corea del Sud, in Giappone, in Thailandia, a Singapore, Hong Kong e Macao nei 14 giorni precedenti l’arrivo previsto nel paese. Rispetto all’Italia – tra i paesi, fuori dalla Cina, con il maggior numero di contagi assieme a Corea del Sud, Giappone e Iran – il ministero della Sanità israeliano ha spiegato di stare tenendo sotto osservazione la situazione ma per il momento non ha applicato misure drastiche come in altri casi. Per il momento, “chiunque sia stato in Italia, a Taiwan o in Australia nei 14 giorni precedenti l’arrivo in Israele e sviluppi sintomi compatibili con il COVID-19 dovrà sottoporsi a controlli medico-sanitari secondo le linee guida le Ministero della Salute israeliano”, come ricorda il sito dell’ambasciata italiana in Israele. Il governo israeliano ha inoltre sconsigliato di effettuare viaggi non necessari nel Nord Italia, in particolare nelle regioni Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte, Friuli-Venezia-Giulia, Trentino-Alto-Adige e Liguria.
Come altre nazioni, Israele inoltre in queste ore ha iniziato a valutare il danno economico che l’epidemia da coronavirus rischia di causare al Paese: secondo le stime del ministero delle Finanze, la crescita annuale rischia un rallentamento significativo (tra lo 0,25 all’1% in meno). Ma gli occhi sono puntati anche alle elezioni del prossimo 2 marzo: il Primo ministro Benjamin Netanyahu ha spiegato che al momento non ci sono motivi per posticipare il voto. “Al momento la situazione è sotto controllo”, ha dichiarato nelle scorse ore in un’intervista. Il problema però è legato anche alle notizie che si diffondono nel paese, che potrebbero causare un’affluenza più bassa alle urne. “C’è la preoccupazione che notizie false sul virus possano diffondersi e provocare percentuali di voto più basse in aree specifiche e quindi avere un impatto sulle elezioni. – spiega Al Monitor – Inoltre, i cittadini in quarantena non sarebbero in grado di raggiungere i seggi elettorali. Le autorità stanno ora valutando diverse opzioni per consentire loro di votare, compresa l’istituzione di postazioni di voto in quarantena”.

dr