L’innocente al posto del colpevole
Riprendo da un suo articolo su Italia Oggi di sabato scorso una notizia che sembra esser passata inosservata. Valter Vecellio, il noto giornalista e scrittore radicale, si dimette da cittadino e si riconosce solo come suddito di questo Paese. La ragione è in un’ingiunzione di pagamento di 300 e tanti euro inviatagli dal’Agenzia delle Entrate, non perché avesse dimenticato di pagare una tassa, ma perché, dopo la sua condanna all’ergastolo, Erich Priebke lo aveva citato in tribunale insieme a Riccardo Pacifici per “sequestro di persona”. Vecellio era stato assolto nei tre regolari gradi di giudizio. Allora perché l’ingiunzione di pagamento? Perché, siccome Priebke risultava “nullatenente”, lo Stato si rivaleva su Vecellio delle spese di giudizio che qualcuno doveva pur pagare. L’innocente al posto del colpevole.
Normale? kafkiano? Burocratese? in ogni caso, ha ragione Vecellio a dichiararsi suddito.
Anna Foa, storica
(2 marzo 2020)