Purim negli archivi
Gli archivi delle comunità ebraiche sono abbastanza poveri di immagini e di apparati decorativi. Ci sono alcune eccezioni che riguardano i manoscritti miniati, le Ketubboth, alcune Haggadòt e qualche rara e magnifica Meghillat Esther. Il che ci dice che in effetti l’interdizione visiva, cioè il divieto di fare immagini nella ritualità ebraica ha avuto un peso non irrilevante. Ma ci dice anche che alcuni momenti di quella ritualità sono stati comunque interessati dalla produzione di immagini. Purim – che quest’anno verrà celebrato in sordina a causa dell’epidemia in corso – è una delle ricorrenze che più si è prestata in passato a dare spazio alla produzione artistica. La decorazione dei rotoli di Esther certamente, ma anche la realizzazione di spettacoli teatrali con scenografie e la realizzazione di fantasiosi costumi. Capita così che se si spulcia nella Digital Library della Fondazione CDEC si può individuare materiale particolarmente interessante a questo proposito. Vi si trovano fotografie di bambini (tanti) e di giovani provenienti dalle disperse comunità di Tripoli in Libia o di Fiume, oggi Croazia. Feste a Castelnuovo Garfagnana, a Mantova, a Torino, a Ferrara, a Milano. Costumi fantasmagorici. Se poi ci si vuole inoltrare ci sono anche indicazioni archivistiche su dove trovare e cosa. In questo caso però bisogna recarsi presso l’archivio del CDEC dove si potranno vedere i documenti della mensa dei bambini dell’ing. Kalk, che organizzava anche feste di Purim per i ragazzini ebrei che popolavano Milano alla fine degli anni ’30. Oppure ancora l’archivio dell’ADEI, che testimonia dell’enorme e capillare sforzo organizzativo che le donne delle comunità ebraiche hanno profuso per decenni offrendo occasioni di incontro e divertimento a giovani e meno giovani in occasione di questa ricorrenza. E poi libri, parecchi, che parlano di come gli ebrei abbiano letto nei secoli le vicende di Esther, di Mordechai e del perfido Haman.
Documenti che attendono di essere studiati, riproposti, elaborati. Il CDEC li raccoglie, li ordina, li conserva. Li offre in visone a chi vive il Purim di oggi e voglia nel contempo riconnettersi a quel che è stato in passato. Per non perdere il contatto con la storia, quel tempo da cui tutti proveniamo.
Gadi Luzzatto Voghera, Direttore Fondazione CDEC