“È il tempo della responsabilità”
“Sono settimane complicate in cui siamo chiamati alla solidarietà sociale, a confrontarci insieme con un’emergenza inaspettata. Avevamo deciso di dedicare questa Giornata dei Giusti alla responsabilità. Un tema importante anche rispetto a quanto accade con il coronavirus: siamo infatti chiamati ad accettare di limitare i nostri spostamenti, a seguire le misure sanitarie, a modificare il nostro stile di vita. E tutto questo significa non soltanto avere cura di sé ma anche degli altri. Essere responsabili verso se stessi e il prossimo”. Lo ha spiegato a Pagine Ebraiche Gabriele Nissim, presidente di Gariwo preparandosi a una Giornata dei Giusti diversa dalle altre. Le tante cerimonie organizzate in Italia per questo 6 marzo – data in cui, grazie al lavoro di Gariwo, viene ricordato in Europa l’esempio dei giusti – sono infatti saltate a causa delle disposizioni per il coronavirus. Questo non significa, sottolinea lo stesso Nissim, che il messaggio di questa giornata vada disperso, come dimostra la simbolica cerimonia organizzata in queste ore al Monte Stella di Milano e la campagna social #iostoconiGiusti. Nel primo Giardino dei Giusti ispirato a Yad Vashem, Nissim, il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Giorgio Mortara e il presidente del Consiglio Comunale di Milano Lamberto Bertolé si sono infatti riuniti – in una cerimonia chiusa al pubblico – per scoprire le nuove targhe con i nomi delle donne di Rosenstrasse, di Piero Martinetti, Wallace Broecker, Valerij Legasov, Yusra Mardini e Hevrin Khalaf. “La lezione più preziosa da custodire anche in queste giornate complicate, è che ciascuno di noi può fare la differenza, può concorrere con responsabilità e altruismo, nella vita quotidiana, a scrivere un futuro migliore”, il messaggio del ministro della Cultura Dario Franceschini inviato in questa giornata dedicata “La responsabilità globale. La sfida dei Giusti per salvare il pianeta e l’umanità”. Una dedica apprezzata dal commissario europeo per l’economia Paolo Gentiloni perché “le trasformazioni del mondo contemporaneo, le incertezze e i rischi, così come le opportunità che esso offre, costituiscono un fortissimo incoraggiamento a impegnarci con volontà e fiducia per un rinnovato modello di sviluppo economico, più sostenibile e equo”.