Una domenica di studio (in remoto)
Collegio Rabbinico Italiano e Diploma universitario in Studi ebraici, in conformità alle recenti disposizioni normative, hanno proseguito l’attività didattica, interamente impostata in remoto. Quella di oggi è stata una giornata particolarmente intensa: 26 studenti del Collegio Rabbinico Italiano hanno seguito, dalle loro case, la consueta lezione di Talmud tenuta dal direttore del Collegio Rabbinico, rav Riccardo Di Segni. Lezione che da due anni a questa parte è dedicata al trattato Ta’anit.
La conclusione del trattato si avvicina. La discussione dei Maestri si concentra sulle manifestazioni luttuose che precedono il 9 di Av e sulla data d’inizio prevista per esse: l’inizio del mese di Av oppure dalla settimana precedente. Nell’ultimo pasto prima del digiuno, inoltre, quali sono i cibi che è consentito consumare? Il problema si focalizza principalmente sul divieto della carne e del vino e sulla prescrizione di attenersi a un cibo “unico”, definizione anch’essa soggetta a plurima interpretazione.
Rav Di Segni desidera terminare la lezione con qualche cenno all’imminente festa di Purim e sono proprio la carne e il vino che tornano nel trattato di Meghillà, questa volta perché sono i due alimenti che a Purim vanno inviati in dono alle persone indigenti. Si passa poi al secondo tipo di dono di Purim, quello reciproco tra familiari ed amici, con alcuni curiosi esempi di ciò che alcuni Maestri facevano: chi inviava cibi dolci e chi ricambiava con spezie saporite…
Nelle stesse ore si svolgevano, sempre da remoto, le lezioni del Diploma universitario triennale in Studi ebraici: rav Umberto Piperno affrontava il commento di Ovadià Sforno al quarto capitolo di Vaikrà (Levitico), con il tema degli errori volontari e involontari, insieme agli studenti del secondo anno, mentre la professoressa Roberta Ascarelli introduceva la figura di I. B. Singer agli studenti del primo, nell’ambito del corso di Letteratura ebraica contemporanea.
Myriam Silvera
(8 marzo 2020)