Emergenza Coronavirus,
il decreto del governo
“Le forze di polizia saranno legittimate a chiedere conto ai cittadini che si muovono sui territori interessati dalle nuove norme per il contenimento del Coronavirus: è un divieto non assoluto di muoversi ma la necessità di motivarlo sulla base di specifiche indicazioni. È insomma una ridotta mobilità”. Così il premier Giuseppe Conte nel dare l’annuncio nella notte del nuovo decreto, di contrasto all’emergenza Coronavirus, che impone una stretta sulla Lombardia e su 14 province del Centro-Nord. Grande la confusione che ha preceduto la comunicazione ufficiale del governo, con treni presi d’assalto verso il Sud e molte situazioni a rischio contagio verificatesi sull’onda della fuga di notizie. Tra le limitazioni previste dal decreto anche l’apertura di luoghi di culto solo in caso di determinate tutele e garanzie.
Una giornata difficile, quella di ieri, con il più alto numero di contagiati registrato (tra loro il leader del Pd Nicola Zingaretti).
“Virus, chiusa la Lombardia” titola in prima pagina il Corriere. “Virus, Lombardia chiusa”, la scelta di Repubblica. Per La Stampa “Il virus chiude il cuore del Nord”.
Le speranze di molti sono riposte anche nella rapida realizzazione di un vaccino. Come racconta Libero, potrebbe essere Israele – attraverso il lavoro svolto al Migal Galilee Research Institute di Kiryat Shmona – il primo Paese a riuscirci.
Alain Elkann, su La Stampa, intervista il rabbino capo di Russia rav Berel Lazar. Nato in Italia, formatosi in America, è in servizio in Russia da 30 anni. Molto positivo il quadro che traccia, evidenziando anche lo stretto rapporto con Putin. “Il presidente – dice rav Lazar – viene a visitare la comunità ebraica e invia saluti speciali prima di ogni festa. Gli ebrei che erano soliti passeggiare a testa bassa sono finalmente orgogliosi di essere ebrei”.
Sui giornali si parla anche della nuova crisi migratoria al confine tra Grecia e Turchia. Concita De Gregorio, nella sua rubrica su Repubblica, riporta il messaggio di una lettrice di ritorno da Lesbo. “Penso – sostiene la lettrice – che quello che sta accadendo sia il nostro Olocausto, l’Olocausto di un’Europa che piange davanti a Liliana Segre, ma non riesce a decidere di prendersi mille profughi a paese e svuotare l’isola o, almeno, alleggerire la pressione. Non riesco a non pensare al mio bisnonno che 80 anni fa, in Maremma, nascondeva gli ebrei nella sua cantina, correndo rischi altissimi. Quali domande si sarà fatto?”.
Eugenio Scalfari, nel suo intervento domenicale, torna a vestire i panni del teologo. “Se il Dio Creatore è unico – scrive il fondatore di Repubblica – tutto il mondo dovrebbe essere affratellato poiché il Dio Unico ha creato tutto con delle parziali differenze che non incidono tuttavia sulla sua unicità. Il Dio degli ebrei, il Dio dei sauditi, il Dio dei sunniti, il Dio dei luterani, dei valdesi, dei curdi, dei mongoli, dei normanni, degli africani. Ci vorrebbe un vocabolario per indicarli tutti ma stando alla predicazione di papa Francesco Dio è sempre quello: è il Creatore, il quale consente ai creati di avere creato anche lui”.
“Ci sono parole ebraiche innestate così a fondo nell’italiano da far dimenticare la loro origine. Ne volete un esempio? Ve lo dico in un amen; anzi, ve lo dico con ‘amen’, termine ebraico. L’unica differenza sta nell’accento che batte sulla ‘e’: amen”. Così il biblista Piero Stefani, su La Lettura del Corriere, ricorda il significato di una parola che “sigilla l’oggi e il domani”.
“La signora dell’arte (e del Duce)”. Corrado Augias, su Repubblica, racconta la controversa figura di Margherita Sarfatti. In mostra a Roma, alla Galleria Russo, cinquanta opere della sua collezione.
Sul Fatto Quotidiano una nuova puntata del reportage iraniano di Alessandro Di Battista. L’ex parlamentare grillino, in un altro pezzo intriso di demagogia e populismo, ci racconta “il vero gioco del Medioriente dalla tomba di Soleimani”.
Silvana De Mari, su La Verità: “È una fake news che le donne siano gruppo etnico: gli ebrei sono un gruppo etnico, gli armeni sono un gruppo etnico. Se un ebreo dice: noi siamo sempre stati perseguitati, sta dicendo che le persone uccise durante la peste del 1300, in quanto accusate di averla causata, avevano con loro parecchi cromosomi in comune”. Peccato che l’autrice si dimentichi di scrivere che anche quell’accusa era una fake news.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(8 marzo 2020)