Investire in riflessioni
A qualche cosa dovrà pur servire questa pausa epidemica, se non vorremo pensare, a posteriori, che per un certo periodo di tempo la nostra vita si sia fermata per far spazio al nulla.
Chiusi in casa, si riflette se si sia sufficienti a sé stessi, se con sé stessi si riesca a convivere soddisfatti, guardandosi dentro senza sentire il vuoto e il silenzio. È una bella occasione, questa, se ci si vuole almeno consolare dell’obbligata sospensione, per fare con se stessi un bilancio e interrogarsi sulla necessità del nostro quotidiano, sulla futilità delle nostre abituali preoccupazioni, quando tutto, in un istante imprevisto, sembra andare in frantumi irrecuperabili. Fortuna, prestigio, relazioni, tutto passa all’improvviso in secondo piano. Ogni pressante impegno si ridimensiona in una prospettiva che mai ci saremmo aspettati di dover concepire. E ti scopri ad ascoltare voci che non ti sei mai attardato ad ascoltare, a vedere cose cui mai hai prestato la giusta attenzione, e ad ammirare cieli di cui mai ti eri accorto prima. Ti accorgi che, per quanta vita tu abbia vissuto, non è finito il tempo delle scoperte. E, nello sconcerto del terragno mistero che circonda l’imminente futuro, ci si sorprende rapiti a guardare indietro, concentrati sul percorso fatto fin qui. Magari anche per ripensare alla ‘road not taken’, la strada che a suo tempo si è scelto di non prendere, per il bene o per il male.
E stupisce vedere chi denuncia lo scandalo di teatri e musei chiusi, delle borse a picco, del commercio in crisi, dei limiti imposti alla libera circolazione, quando la catastrofe sta minacciando l’esistenza dell’umanità. Come se anche di fronte al disastro prevalesse la cecità egoista dell’interesse privato.
Attoniti di fronte alle reazioni inattese, ansiosi di rivedere gli amici la cui compagnia mai prima avevi sentito così essenziale, cerchi conforto e sapore in qualche libro trascurato, e nelle musiche che fanno da colonna sonora alla tua vita, per accorgerti che la sesta di Bruckner (magari con Wand sul podio) non è musica da ascoltare in sottofondo. L’inestimabile qualità dell’attimo, ‘l’ineluttabile modalità dell’udibile’.
Mentre la borsa crolla, si investe tempo in riflessioni e bilanci. In attesa di riprendere il percorso d’un tratto interrotto come se nulla fosse mai accaduto. Senza rimpianti né pentimenti. Concentrati sul fulgido e prestigioso futuro che ci aspetta. Smemorati, come per diritto acquisito.
Dario Calimani, Università di Venezia
(10 marzo 2020)